RACCONTI

     
 

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La mia memoria

La mia memoria

“Mo’ ene Natale nun tengo denare”
Carosone docet in tempi moderni.
Oggi mi risveglio e il calendario
segna 23 dicembre 1967. Ultimo giorno di scuola
prima delle agognate vacanze di Natale.
Una nuova faccia della stessa medaglia
la miseria…. ma chi l’avrebbe detto che oggi
saremmo tornati a rivivere fine anni sessanta
meravigliosi anni sessanta.
Pregni di pulsioni, emozioni, semplicità e onestà
Parole sconosciute oggi ai più.
E gli odori , i sapori che bei ricordi.
Avevo 12 anni .
Le nevicate erano copiose,
la neve raccolta la potevi mangiare.
Alle sette di mattina il graffiare delle pale sui marciapiedi
e le scale. Un esercito di persone pronte
a liberare l’accaduto della notte. Una coltre bianca.
Dalle tute di lavoro usciva il collo alto di una maglia di lana
a coste, ed il fiatone si sollevava a mo’ di scie spesse
quasi solide.
Si passava attraversando con umiltà e rispetto
quei viottoli creati ad arte e si correva per andare a scuola... (continua)


luciano rosario capaldo 02/02/2015 - 20:10
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Un tuffo nel presente

Un tuffo nel presente.

Oggi, invece sono precipitato all’indietro di 40 anni e oltre.
Che bello era incontrarsi di nascosto .
Quei baci vogliosi quasi a screpolare le labbra.
Scambiati sotto un porticato, dietro l’ultima colonna al buio.
Dati oppure in un portone dove, al minimo rumore,
ci si atteggiava in discorsi promettenti.
Le guance rosse e i capelli, allora rigogliosi , tutti arruffati,
ed un cuore che sorrideva e batteva forte.
Certo che un bacio era veramente tanto.
Il pudore .

Anche fumare una sigaretta aveva un altro sapore.
Tutti su una panchina a divorare l’ultima cicca.
Fumavano un tiro per uno.
Ci passavamo la sigaretta e non certo il fumo.
Non c’erano i soldi . La pizzetta dell’amico finiva sempre
in più stomaci e qualche volta ci scappava la partita al flipper o biliardino.
La semplicità.

Il furbetto che di tanto in tanto si infiltrava nel gruppo
veniva subito adocchiato.
Se qualcuno infastidiva l’amico dieci amici pronti ad intervenire.
Lo... (continua)


luciano rosario capaldo 14/04/2015 - 11:29
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Che belle le mollette colorate!

Che belle le mollette colorate!


Certo che le mollette per i panni
ne hanno da raccontare!
Ricordo mia madre utilizzare
quelle di legno.
Spesso, la pioggia le inumidiva
fino a deformarle.
La corda ,così comunemente chiamata,
a volte era di ferro imbrunito ed appesi
vi erano abiti da lavoro, calze rammendate,
qualche camicia bianca. Pochissima roba!
Ah, erano anni difficili quelli!
Piccole case, pochissimi mobili,
letti singoli con reti metalliche,
bambini già ragazzi in pantaloncini corti.
Cappotti rivoltati e abiti passati da un fratello all’altro.
Odore di sugo……….la domenica!
Un lavatoio di pietra in casa ed una donna
strizzava i panni attorcigliandoli con maestria
rendendoli pronti, poi,
per quelle mollette di legno.
Che bella la semplicità!
Il progresso ci ha poi portato la plastica.
Moplen era un famoso Carosello del boom economico .
Le mollette di legno affiancate da quelle
più moderne e un po’ colorate.
Anche i panni appesi cambiavano.
Qualche ca... (continua)


luciano rosario capaldo 15/04/2015 - 11:35
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