RACCONTI |
In questa sezione potete consultare tutti i racconti pubblicati da ogni singolo autore. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista dei racconti anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento. |
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Autore |
Il mio gigante buono Che dire di te, il mio gigante buono.
Quando il lavoro non ti portava via riempivo i miei occhi della tua presenza. Ti gironzolavo intorno felice, cercando una tua carezza. Ero affascinata dalle righe che avevi sulla fronte, e quando facevi qualche lavoretto in giardino, mi piaceva guardare quelle righe riempirsi di tante goccioline luccicanti. Rimanevo estasiata a guardarle e le seguivo con lo sguardo fino a quando lentamente scendevano giù, e la terra assetata te le rubava. Eri un uomo bello e forte, temprato dal duro lavoro di miniera, non avevi bisogno del mio aiuto, eppure intuivo, che non ti disturbava la mia presenza. Mi rendevi partecipe della tua fatica spiegandomi ciò che facevi. Io a dire il vero non capivo molto, ma ti ascoltavo con interesse e tu mi sorridevi teneramente. Ero talmente innamorata di te che pur di starti vicina, avevo fatta mia la tua passione”il pugilato” e tante notti pur di non lasciarti solo, stavo con te davanti al televisore a seguire l’incontr... (continua) ![]() ![]() ![]()
cronaca di una giornata al mare.( Per farvi sorridere un po') Mercoledì,4 luglio 2010
Ore 9 e 30 arrivo in località: Scivu Mare stupendo. Posizioniamo gli ombrelloni, ci mettiamo in libertà e poi “bagno” Mattinata splendida all’insegna di bagni e sole. Ore 13 si mangia all’ombra degli ombrelloni: insalata, pane e formaggio. ![]() ![]() ![]()
Due amici ingombranti Camminava scalza sul cortile lastricato. Non era ancora la mezza e il calore sotto i piedi era ancora sopportabile. Non portava mai volentieri le ciabatte, le infradito la tagliuzzavano sempre fra le dita e le altre avevano quasi sempre una forma troppo larga per i suoi lunghi piedi. Abbassò lo sguardo a osservarli proprio nell’attimo in cui sfrecciava di lì, quasi a sfiorarla: una piccola lucertola. <<Sono proprio brutti>> pensò.
Nella stagione fredda non ci faceva caso, quei due stavano relegati dentro un paio di robuste scarpe e lei si limitava a guardarli in momenti sporadici: pedicure, calzarli, scalzarli. Il problema si presentava se doveva indossare scarpe con il tacco. Lei sui trampoli proprio non ci sapeva stare. Si domandava spesso per quale motivo doveva infliggersi una tale tortura, a beneficio di chi, con il rischio poi, di slogarsi una caviglia o peggio ancora: rompersi l’osso del collo. No! Lei preferiva in assoluto, restare scalza e se ne fregava altamente... (continua) ![]() ![]() ![]()
Lettera a cuore aperto. Mi piace pensare che nel nostro piccolo, anche noi siamo divenuti una comunità. Ci unisce l’amore per la poesia e il rispetto per l’animo umano. Ci riconosciamo, anche se mai, ci siamo incontrati: dai tratti personali nello scrivere. Ognuno ha ben delineato il suo e senza alcuna presunzione lo offre all’altro come un regalo. Di questo mi sento di ringraziare la redazione perché ci ha accolto e con discrezione vigila affinché i suoi ospiti si sentano a loro agio nel rispetto comune. La passione per la poesia la coltivo da sempre, ma non è da tanto che ho avuto il coraggio di rendere partecipi gli altri. Chi ti circonda, non sempre ha i tuoi stessi interessi o la sensibilità giusta per apprezzare e così alcune volte ti deride e ti ferisce. Noi siamo come spugne, assorbiamo sfumature, sensazioni tattili ma anche vibrazioni dell’anima che altri non recepiscono. Soffriamo o gioiamo per noi stessi ma cogliamo anche gioie e sofferenze che non ci appartengono. Pur non disdegnando la compagni... (continua)
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La Bestia, dentro Arrivava. Lo sentiva. Lei era lì. Non era mai andata via. La ragazza aveva imparato a riconoscerla. Giungeva strisciando la bestia. Di volta in volta, con fattezze diverse,a volte umane, a disorientarla, a rubarle istanti di vita.
Una bimba che giocava con la sua mente, come fosse una palla. Gliela faceva rimbalzare dentro la testa, prendendosi gioco di lei.E quando,per qualche breve istante, riusciva ad afferrarla, ecco che la palla le sfuggiva di mano. Dispettosa, riprendeva in modo disordinato a rimbalzare. Un tam, tam che dalla testa, arrivava al cuore, e dal cuore, ad attanagliare la bocca dello stomaco, che prigioniero di tale morsa; sussultava. Così, durante questo gioco famelico, persistente e crudele, la ragazza veniva risucchiata in una vorticosa spirale, dove ogni energia si indeboliva, rimandandola sempre più in fondo; negli abissi,dove la bestia albergava. Qui, spenta la luce, disorientata, un po’ si perdeva. Rimaneva silenziosa, guardinga, ad aspettare. Poi, quando la b... (continua) ![]() ![]() ![]()
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