Un vecchio spot televisivo degli anni sessanta incentrato su un tipo di salame recitava: “Le stelle sono tante, milioni di milioni, la stella di Xxxxxxx vuol dire qualità”!
Ebbene, le anime belle in Italia sono tante, milioni di milioni, pervase dall’ossessivo ritornello del “politicamente corretto”, termine che dalla fine del novecento ha iniziato a infarcire la mente “dell’uomo della strada”, tanto che è stato adottato come principio indiscutibile.
Nel frattempo la dilagante globalizzazione, perpetrata ai danni delle singole iniziative, era sponsorizzata come la panacea, additando lo sviluppo economico individuale quale principale causa dei mali del pianeta, additando i progetti economici di buon senso “al pubblico ludibrio” come la peste di manzoniana memoria, attraverso ogni mezzo d’informazione.
Per colmare il divario, si sono contrapposti progetti senza senso nella gestione dell’economia, partoriti da quel pensiero unico (d’ignoranza e incompetenza) che è sfociato in movimenti arcobaleno e non, forieri di trascinare il popolo italiano verso il baratro della disoccupazione, della fame e del freddo (le cicale ne sono uno splendido esempio).
Sperperiamo risorse in tutti i settori (energetico in primis) e per i veti incrociati di decine di enti superflui e/o incompetenti (perché non chiediamo anche le autorizzazioni al Regno del Benin?) e di pratiche burocratiche decennali, non riusciamo più a sfruttare le nostre risorse naturali (ormai è troppo tardi, il tempo, come si suole dire è “spirato”).
Tutto ciò sostenuto dai suddetti movimenti politici, contrari a qualsiasi iniziativa di sviluppo (a parole tutti dicono l’opposto), e ora ci troviamo impantanati in un girone infernale i cui sviluppi li vedremo a breve nei prossimi mesi (guerra permettendo), e se saremo ancora vivi.
Vogliamo vedere il bicchiere mezzo pieno? Proposte politiche efficaci e costruttive non ce ne sono. Stiamo naufragando come il Titanic (mentre l’orchestrina dei partiti continua a suonare…). Prosit!
Ebbene, le anime belle in Italia sono tante, milioni di milioni, pervase dall’ossessivo ritornello del “politicamente corretto”, termine che dalla fine del novecento ha iniziato a infarcire la mente “dell’uomo della strada”, tanto che è stato adottato come principio indiscutibile.
Nel frattempo la dilagante globalizzazione, perpetrata ai danni delle singole iniziative, era sponsorizzata come la panacea, additando lo sviluppo economico individuale quale principale causa dei mali del pianeta, additando i progetti economici di buon senso “al pubblico ludibrio” come la peste di manzoniana memoria, attraverso ogni mezzo d’informazione.
Per colmare il divario, si sono contrapposti progetti senza senso nella gestione dell’economia, partoriti da quel pensiero unico (d’ignoranza e incompetenza) che è sfociato in movimenti arcobaleno e non, forieri di trascinare il popolo italiano verso il baratro della disoccupazione, della fame e del freddo (le cicale ne sono uno splendido esempio).
Sperperiamo risorse in tutti i settori (energetico in primis) e per i veti incrociati di decine di enti superflui e/o incompetenti (perché non chiediamo anche le autorizzazioni al Regno del Benin?) e di pratiche burocratiche decennali, non riusciamo più a sfruttare le nostre risorse naturali (ormai è troppo tardi, il tempo, come si suole dire è “spirato”).
Tutto ciò sostenuto dai suddetti movimenti politici, contrari a qualsiasi iniziativa di sviluppo (a parole tutti dicono l’opposto), e ora ci troviamo impantanati in un girone infernale i cui sviluppi li vedremo a breve nei prossimi mesi (guerra permettendo), e se saremo ancora vivi.
Vogliamo vedere il bicchiere mezzo pieno? Proposte politiche efficaci e costruttive non ce ne sono. Stiamo naufragando come il Titanic (mentre l’orchestrina dei partiti continua a suonare…). Prosit!
Racconto scritto il 22/04/2022 - 19:29
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Commenti
Molto ben scritto!
Condiviso, complimenti per la lucidità dell'analisi!
Condiviso, complimenti per la lucidità dell'analisi!
Marina Assanti 22/04/2022 - 19:48
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