La paura addosso... quando il bullismo fece di me una vittima
Le istruzioni sono:
Immagina o racconta
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Una lettera e un sogno
Una lettera chiusa in un cassetto..
La psicologa a quel tempo, gli disse di lasciare sfociare i pensieri bui, scriverli e poi leggerli ad alta voce per capire fin dove era arrivato.
Così Mario, fece un sospiro ed iniziò a ricordare il bullismo da bambino.
A ricreazione, i bambini lo allontanavano dai giochi, solo per l' apparecchio acustico che portava.
Lo chiamavano "topo sordo" e lui sentiva il mondo crollare ed inghiottirlo sempre più.
Non era nato così, dopo un vaccino per la meningite, aveva perso l' udito.
Sua mamma e suo papà non si davano pace, vedevano il loro amato bambino, non sentire più la loro voce, non sentire più il buongiorno e la chiamata per la colazione e la preparazione per la scuola.
Così con il suo amico apparecchio, Mario era spesso solo nel giardino.
Sentiva i bambini chiamarlo con quel brutto nome, ma lui stringeva forte il suo pugno e mandava giù le lacrime, guardando il cielo e le farfalle.
Era molto amato dalle maestre, in particolare la maestra Laura, che gli portava sempre dei biscotti a forma di cuore.
Mario aveva un sogno..diventare forte e spensierato, giocando con quel pallone da calcio ed il berretto blu che nascondeva il suo tenero orecchio.
Cosi calciava quel pallone con determinazione, mai con rabbia.
Mario, cresceva sempre più con gli anni e ormai era diventato un ragazzo.
Non aveva mai perso il sorriso ed aveva iniziato a farsi rispettare, con la sua pazienza e mai una brutta parola.
Aveva trasformato il bullismo, in attenzioni verso il prossimo.
Aveva conosciuto altri ragazzi, speciali come lui e così Mario era diventato un super uomo.
Nel presente lavorava in un comunità per ragazzi disabili, donando tanto amore.
I suoi ragazzi, lo chiamavano super Mario.
La psicologa a quel tempo, gli disse di lasciare sfociare i pensieri bui, scriverli e poi leggerli ad alta voce per capire fin dove era arrivato.
Così Mario, fece un sospiro ed iniziò a ricordare il bullismo da bambino.
A ricreazione, i bambini lo allontanavano dai giochi, solo per l' apparecchio acustico che portava.
Lo chiamavano "topo sordo" e lui sentiva il mondo crollare ed inghiottirlo sempre più.
Non era nato così, dopo un vaccino per la meningite, aveva perso l' udito.
Sua mamma e suo papà non si davano pace, vedevano il loro amato bambino, non sentire più la loro voce, non sentire più il buongiorno e la chiamata per la colazione e la preparazione per la scuola.
Così con il suo amico apparecchio, Mario era spesso solo nel giardino.
Sentiva i bambini chiamarlo con quel brutto nome, ma lui stringeva forte il suo pugno e mandava giù le lacrime, guardando il cielo e le farfalle.
Era molto amato dalle maestre, in particolare la maestra Laura, che gli portava sempre dei biscotti a forma di cuore.
Mario aveva un sogno..diventare forte e spensierato, giocando con quel pallone da calcio ed il berretto blu che nascondeva il suo tenero orecchio.
Cosi calciava quel pallone con determinazione, mai con rabbia.
Mario, cresceva sempre più con gli anni e ormai era diventato un ragazzo.
Non aveva mai perso il sorriso ed aveva iniziato a farsi rispettare, con la sua pazienza e mai una brutta parola.
Aveva trasformato il bullismo, in attenzioni verso il prossimo.
Aveva conosciuto altri ragazzi, speciali come lui e così Mario era diventato un super uomo.
Nel presente lavorava in un comunità per ragazzi disabili, donando tanto amore.
I suoi ragazzi, lo chiamavano super Mario.
Scrittura creativa scritta il 06/05/2024 - 00:35
Da Mary L
Letta n.238 volte.
Voto: | su 4 votanti |
Commenti
Questi sono i veri Super Eroi. Bel racconto dal tratto educativo, ciao
Francesco Scolaro 07/05/2024 - 19:12
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Bel racconto Mary. Scritto molto bene e ricco di significato.Complimenti
Piccolo Fiore 07/05/2024 - 07:09
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Splendido racconto, dolce come come dolci persone son tutti quelli che hanno un handicap,tu li hai avvertiti. Bravissima!!
Anna Cenni 06/05/2024 - 11:45
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Complimenti, non solo un bel racconto ma anche un gran bel insegnamento!
Maria Luisa Bandiera 06/05/2024 - 09:01
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Splendido il titolo, grandiosa la chiusa...per un testo intenso che commuove e fa riflettere
Mirko D. Mastro 06/05/2024 - 07:30
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