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Vivere per morire o........!

Vivere per morire o………!


C’è una parte ignota nel nostro corpo;
una parte dove risiede un nascondiglio.
Lì si trovano le nostre gioie e le nostre angosce!
Sono due forzieri con una combinazione unica
che nasce con noi e forse, forse muore con noi.
Strano ma ,le gioie fuggono
le angosce rimangono!
Si sovrappongono una sull’altra
a poco a poco fino a diventare un mostro
Sono grigie, nere ,si sviluppano
si moltiplicano a tua insaputa
Mentre tu credi di aver superato l’invidia
l’odio della gente e le cattiverie
le amarezze e le delusioni
i dispiaceri , gli abbandoni…..
lì…… in quella parte segreta
lievita l’angoscia!
A fianco, il forziere delle gioie
si alimenta e si svuota
si alimenta e si svuota .
Le gioie hanno poca memoria,
e noi con loro!
Le angosce invece si gonfiano
si empiono fino a far
esplodere quel forziere
Ti tolgono le forze fisiche
dopo averti depredato di quelle
dell’anima, del cuore e della mente
e ti incancreniscono,
ti riportano in solitudine,
ti invitano alla speranza………….a credere in Dio!
Allora preghi, ti aggrappi alla vita
ma sai già che è finita.
Sopraggiunge la distensione .
Sei più lucido che mai.
Sei felice e compiaciuto.
Sei in pace.
Il meglio di noi
quando sta per finire.
Che paradosso la vita!
L’inconsapevolezza della vita
e quella della morte
che almeno ci libererà per sempre
dalle illusioni………..!


Luciano Capaldo 24 aprile '15




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Opera scritta il 24/04/2015 - 11:31
Da luciano rosario capaldo
Letta n.1173 volte.
Voto:
su 22 votanti


Commenti


Bella e complessa questa poesia che invita a riflettere e comunica insieme tristezza e fiducia.Se dovessi trovare un modo per esprimerne il senso ricorrerei ad un ossimoro: pessimismo ottimistico.Piaciuta! Complimenti.

Rosa Chiarini 27/04/2015 - 09:14

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Gioie e dolori umani vissuti con intensità e convinzione; una poesia che scompone con cura l’indole dell’uomo, sentimenti forti che coinvolgono autore e lettore.

Ugo Mastrogiovanni 25/04/2015 - 19:09

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ciao sono in sintonia con il commento di Salvatore,una poesia degna di meditazione.CIAO

Anna Rossi 25/04/2015 - 07:08

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Le gioie si dissolvono nel tempo, restano le angosce col tormento di non essere riusciti a trattenerle,opera profondamente riflessiva,molto apprezzata,complimenti Luciano

genoveffa 2 frau 24/04/2015 - 23:36

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La vita spesso ci delude, e a volte anche le persone, spesso ci illudiamo di ciò che non è, tutto questo ci ferisce, e ci fa male, in questa tua poesia c'è solo grande verità e grande riflessione, complimenti Luciano ciao e buona serata.

Maria Cimino 24/04/2015 - 20:17

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Le gioie rincorse dalle angosce, che son sempre più veloci ed in forma...
Il paradosso non sta "nel meglio di noi quando sta per finire", il vero paradosso sarebbe finire senza aver capito ancora...

Millina Spina 24/04/2015 - 19:58

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E' vero, le gioie hanno poca memoria. Il dolore, invece lacera l'anima, è difficile rialzarsi in breve tempo, è difficile dimenticare...Poesia veritiera e profonda.

Paola Collura 24/04/2015 - 18:56

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Tanta riflessione e lo scrigno delle nostre gioie e delle nostre angosce da rispolverare per lasciarlo nell'oblio... è storia che insegna... Lieto fine settimana LUCIANO

Rocco Michele LETTINI 24/04/2015 - 17:58

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Una bella poesia riflessiva sull'animo umano.La gioia é volatile,la sofferenza radica e non va via se non quando si é pronti a indirizzare il nostro dolore verso colui che tutte le ferite guarisce,ci vuole una gran fede,la sola alla fine che ti garantirá la pace,ma allora forse sará giá la fine

Claretta Frau 24/04/2015 - 17:35

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Il senso del bello si sgretola più facilmente dell'angoscia.
Nel profondo di noi albergano sempre
cupe sensazioni a cui l'anima affida un peso maggiore e per questo esse si mantengono a fondo rispetto ad altre
leggere sensazioni che più facilmente vengono a galla nell'intelletto.

Giancarlo Gravili 24/04/2015 - 17:04

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Poesia fortemente realistica anche se bisogna tenersi stretti la fede e la voglia di vivere, molti ci riescono a vivere quasi di gioia. In ogni caro opera molto realistica, lodi e complimenti assoluti.

Paolo Ciraolo 24/04/2015 - 17:01

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Si, hai ragione è così per tutti.
Le cose belle si vivono e via: forse godere è più semplice che ingurgitare un'offesa, un dolore, un abbandono; è più difficile dimenticare il brutto della vita. Apprezzata. Ciao...

Gio Vigi 24/04/2015 - 16:32

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Molto profonda, c'è un'analisi dell'animo umano che si dipana in maniera coinvolgente, Il parallelismo tra le gioie ei dolori della vita sembra avere sempre un solito vincitore: i dolori. Ad essi ci permeamo in maniera quasi viscerale restandone vittima più di quanto si vorrebbe. Riflessione apprezzatissima.
Ciao
Aurelio

Aurelio Zucchi 24/04/2015 - 16:06

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In effetti è come tu dici, probabilmente perché le cose belle sono immediate, liberanti e liberatorie. Le cose brutte si trascinano nel tempo, si accumulano, rimangono come tutte le cose che non si sono superate e pesano. Ma non pesano soltanto per chi le riceve, ma ancor più per chi le provoca, spesso incapace di godere di quei momenti di gioia che la vita può offrire a tutti. Magari, senza neanche rendersi conto che la fine è per tutti, ma non sempre può avere lo stesso valore liberatorio. Bella riflessione.

Salvatore Linguanti 24/04/2015 - 16:00

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