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Fallo

La vita mai grandi cose m’ha donato
anzi, tolto m’ha gl’affetti desiati
fors’anco perch’io l’ho mal cercati
o in altri è sentimento andato.


Sotto quel tetto tanti ne crescemmo,
mai in diverbio o discrepanza fummo;
sol quando spiccammo volo in altrui
loco dimenticammo il nostro per l’altrui.


A te son grato d’avere alla mia mente
ridonato il senso che credevo andato,
certo che face somigli eternamente
ricredomi di quanto avea pensato.


Allor ch’attenta fosti al mio dolore
le guance mi pervase grande calore:
Il sangue pulsò forte nelle vene
quando mi dimostrasti il tuo gran bene.


Tal sentimento avverte sol chi ama,
chi di benevolenza ha sete e cura
e, mai, in cuor suo ordito ha trama
di rendere ad alcun la vita dura.


Qual dono sarebbe bello più che mai
il comparir dinnanzi a Chi non è
ed in ginocchio dire: Mamma,ormai,
il bene che ci hai dato tutto c’è.


Se non te, che d’opera riparatrice
sei la più saggia, nessuno puote
risanar sì grande fallo chè,noi, si dice
ma dall’accostare il ben siam teste vuote.


A te, quest’arduo compito è affidato
che giovinetta da mamma ci hai curato;
per noi rinunciasti a parte di tua vita
ma l’opera,grande, non è ancor finita.




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Opera scritta il 05/11/2011 - 21:52
Da nello maruca
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