che infreddolito nel suo proseguire spericolato
muove le membra con disperata indecisione.
In balia tra l’oblio e la cupa introspezione
Di chi ha smarrito la via per paura e non per convinzione.
Sopra un traballante ponte che decide le sue sorti,
che dell’umana esistenza ne prova l’equilibrio tra i vivi e i morti.
Non v’è che buio oltre la via,
lo coglie un’ansimante respirazione prima di agire, che invece che dargli fiato
gliene toglie.
Sospeso nella lunga notte, ondeggiante sul baratro dei rimorsi
Non riesce più a reagire, consapevole che potrebbe portarlo alla rovina
Del viaggio o alla sua triste fine.
Ma ello osserva in alto e tace, ammira uno splendido cielo, raccoglie ogni suo
Residuo stupore, rivivendo nelle luci delle stelle
Il piacere di emozionarsi ancora col cuore.
Di fronte all’universo e la sua mancata concezione,
A tutto quello che di astratto e sconosciuto lo fa emozionare
Per farlo riflettere sull’immensità dell’ignoto , nella perdizione del tempo e
Dimenticare il senso di moto.
Quanta saggezza c’è oltre alla via, quanti colori
Sfuggono ad una umana visione,
se si sa guardare non solo con gli occhi di un uomo ma di
un affamato esploratore.
Un cacciatore di emozioni, che di ponti ondeggianti
Ne osserva le forme e lentamente agisce rischiando la vita
Per un interesse che nemmono lui sa spiegare.
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