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Porcara

Vuoi per mola, per faccia ed andatura,
per volgarità d’animo e costumanza,
per trivialità a far la sua pastura*
da porcara, dei porci ha stessa usanza.


Il puzzo che sprigiona è di puzzola,
più di vipera ha dente avvelenato;
subdolo insetto al pari di tignola
cui l’operare il male è gusto innato.


Di cattiveria pregno il suo giaciglio,
intorno l’aria puzza del Maligno
e manco incenso dato a gran sparpaglio
riesce a profumare quel volto arcigno.


Spregevol più di Circe per tranelli
ch’aveva , però, un corpo snello e bello
e tramutava in porci questi e quelli
onde tenere Ulisse nel suo ostello.


A differenza ha vita orripilante,
maestra nel ferire esseri in norma,
nessun per essa mai fu spasimante
mancante essa di modi,d’arte e forma.


Indegna d’aver uomo per amante
il corpo rotolò nella fanghiglia;
sol qualche porco fu suo biascicante
sendo nell’interno tutta poltiglia.


Se maggiore uso dello specchio avesse,
se riuscisse a contemplarsi dentro,
se sol di coscienza a conoscenza fosse
vedrebbe la lordur cui sguazza al centro.


Or parmi serio dir di che qui dico:
Il suo mestiere è quello della porcaia
ma per i porci non è periodo amico
e, da soprintendente resta porcaia .


D’umano parmi sì,ch’abbia qualcosa:
E’ un grave atteggiamento a lavandaia;
No! Per la categoria è offesa a iosa
in quanto oggetto dell’immondezzaio.




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Opera scritta il 05/03/2012 - 09:16
Da nello maruca
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