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IL NATALE DI ELLY

IL NATALE DI ELLY.


Era una fredda serata. Il cielo, però era limpido. Anche per quell'anno, pensò, niente neve. Si alzò il bavaro del cappotto e sistemò il cappello. Si gelava. Affrettò il passo. Come sempre era in ritardo. Sorrise, mentre cercava di farsi largo tra la folla, era sempre stata una ritardataria, sin da bambina, si riduceva sempre all'ultimo, per ogni cosa. A casa l'aspettavano per il tradizionale cenone della Vigilia. Affrettò ancora il passo, ancora non aveva pensato ai regali, e ormai disperava di riuscire in quell'impresa, anche la sua casa era ancora spoglia e pensare che un tempo, adorava il natale.
Ormai non lo festeggiava più da qualche anno, da quando aveva divorziato. Anche se in realtà, i suoi riuscivano sempre ad incastrarla, la sera della Vigilia. Forse era per quello che il suo proverbiale ritardo aveva dato il meglio di sé, non aveva voglia di ascoltare i soliti discorsi, e sentire i soliti pareri non richiesti sulla sua vita privata.
Il vento cominciò a soffiare forte, mentre cercava di fare mente locale per i suoi acquisti, c'erano la zia Melanie e lo zio Donovan, i suoi genitori, un paio di cugini che in realtà non vedeva mai...e un mare di parenti che si facevano vivi la Vigilia e poi sparivano dopo le feste, con la stessa rapidità con cui si spengono i fuochi d'artificio. Le luci e i colori che animavano le vie, i Babbi Natale agli angoli delle strade, ed i cori le strapparono un sorriso, ma un velo di malinconia le pesava sul cuore. Guardò l'orologio, ora si che era in ritardo! Si mise a correre, ben sapendo che però non era affatto una buona idea.
Si era appena scontrata con un tizio, neanche il tempo di scusarsi, che era andata a sbattere contro un altro uomo. Il cuore le mancò un battito, mentre cadeva rovinosamente al suolo, seguita dallo sconosciuto. Le guance di Elly si tinsero di rossore, mentre l'uomo, che si era rialzato, la guardava dall'alto in basso.
<<Ah, ma è una donna, allora!>> Esclamò, prima di continuare. <<Pensavo di essermi imbattuto in un ciclone!>>
Era irritato? Scherzava? Nessuno avrebbe potuto decifrare quello sguardo di granito.
<<Mi scu... mi scusi>> Balbettò. Cercò di alzarsi. Una smorfia di dolore, le si dipinse sul volto. L'uomo continuava a guardarla.
<<Le serve aiuto?>> Chiese. Lei annuì. <<Afferri la mia mano.>> L'aiutò a rimettersi in pedi, ma Elly barcollò finendo tra le sue braccia.
Che strana piega, stavano prendendo gli avvenimenti, in quella strana serata. Pensò Elly, cercando di scostarsi da lui.
<<Io. S ..sono Elly>> Balbettò. Lui inarcò un sopracciglio.
<<Bene, io sono Brian. Vuole un caffè?>> Elly lo guardò. Un caffè con uno sconosciuto o sforzarsi di arrivare ad una cena, che si replicava uguale ogni anno?
<<Volentieri, la ringrazio.>> Le parole le vennero alle labbra, spontanee, prima che potesse riflettere.
<<Siamo d'accordo. Venga, conosco un bar qui vicino. Ce la fa a camminare?>>
Elly annuì.


Stavano bevendo i loro caffè. Il locale non era molto affollato, forse perché la maggior parte delle persone, era impegnata con la cena e i regali. Sospirò.
<<Le sto facendo perdere un sacco di tempo. Oggi è la vigilia.>>
<<Non si preoccupi. Io non festeggio il Natale.>>
<<Perché?>> Lo sguardo di Brian si incupì. Quella domanda le era sfuggita, e ora non poteva più ritirarla.
<<Ci deve essere per forza un motivo?>> La sua voce aveva un tono amaro. Elly allungò una mano, su quella chiusa a pugno di lui.
<<Non volevo essere indiscreta, sa? Se potessi scegliere neanche io festeggerei.>>
<<Davvero? E per quale motivo? Lei è così giovane e carina!>>
<<Lei non è vecchio!>> Protestò. << Le può sembrare una sciocchezza, ma mio marito mi ha lasciato tre anni fa, la Vigilia di Natale. Siamo divorziati.>> UN sorriso amaro le incurvò le labbra, per un attimo.
<<Mi spiace.>> Le sorrise, il primo sorriso di quella non convenzionale serata. <<Mia moglie è morta sei anni fa. Lei amava molto, questo periodo dell'anno. Per me, però non ha molto senso>>
<<Lo capisco.>> Guardò l'orologio, si stava facendo davvero molto tardi, ma non aveva voglia di allontanarsi da quel bar, e da quell'uomo, sebbene l'avesse appena conosciuto, si sentiva più a suo agio lì con lui, che in mezzo ai suoi parenti, poi le venne un idea. Ma era saggia?
<<Posso invitarla a cena?>> Ecco un'altra volta aveva parlato senza riflettere.
<<Cosa?!?>> Brian la guardava stupito.
<<Cioè...ecco...non fraintenda.>> fece un sospiro.<<Be' io avevo pensato...sì in somma..., lei non festeggia, io non ho voglia di chiudermi in casa dei miei, stracolma di gente, e fingere un allegria che non provo.>> Fece una pausa. <<Senta è un'idea stupida, lasci stare.>> Lui la guardò in silenzio, per un po' non disse nulla.
<<Senza dubbio, è bizzarra, ma non stupida.>> Lei era rossa come un peperone. Brian sorrise. <<Cosa aveva in mente?>> Chiese. Elly era disorientata.
<<Be'...ecco, in realtà non si aspetti molto. Ora che ci penso ho il frigo vuoto!>> Lui abbozzò un sorriso.
<<Allora è il momento di fare spese.>> Il tono era piatto, e quell'uomo un vero mistero.
Si alzarono e pagarono il conto. Stavano per uscire, quando Elly si fermò.
<<Perché ha accettato il mio invito?>> accidenti! Perché non imparava a scollegare labbra e pensieri, di tanto in tanto?
<<La verità? Forse non lo so neanche io.>>Fece una pausa, poi riprese.<<Ma vede, c'era della logica, contorta, nel suo invito. Sono sei anni che passo la Vigilia solo, e poi deve essere interessante cenare con un ciclone!>> Le sorrise. Per un attimo, Elly si sentì sciogliere. In che guaio si stava cacciando?


Il centro commerciale era affollato. Lei e Brian cercavano di farsi largo, cercando qualcosa che potesse andare bene per la cena, ma era difficile perché anche il reparto commerciale era sovraffollato e le scorte stavano esaurendosi. Elly lanciò un'occhiata d'odia alla donna che le passo accanto, cercando di tenere in equilibrio due carrelli stracolmi di roba. Da non crederci!
Era così concentrata nella sua ricerca di qualcosa, di commestibile e che non le facesse fare una figura peggiore, di quella che aveva fatto sino a quel momento, che neanche si accorse dell'assenza di Brian. C'era molta confusione ed Elly era intenta a riempire il carrello, o almeno a provarci. Una cosa era certa, non era mai stata una gran cuoca, se poi ci si metteva anche la scarsità delle materie prime...
quando fu, quasi, soddisfatta di quello che aveva acquistato, girò lo sguardo per cercare Brian. Per un attimo fu presa dal panico e dalla delusione. Poi lo vide, poco lontano dalle cassa. Tirò un sospiro di sollievo. Cosa le prendeva non riusciva a capirlo. Una parte di sé era contante di non festeggiare il Natale, un'altra parte di lei proava un filo di malinconia, al pensiero della sua casa vuota. Ma doveva ammettere che quella serata stava mettendo in discussione molte delle sue certezze. Brian le stava sorridendo, e lei gli sorrise di rimando.


<<Fa pure come fossi a casa tua.>> Gli disse mentre dal salotto, si dirigeva in cugina. Il “lei” era ormai fuori luogo.
Brian si guardò intorno, era un bell'appartamento, ma le si addiceva poco, era troppo freddo e spoglio. La conosceva solo da qualche ora, ma aveva capito che lei era una persona fuori dal comune. Forse era proprio quello il motivo per cui, lei lo intrigava così tanto.
Uscì. Si diresse alla macchina, prese i pacchetti che aveva acquistato ad insaputa di Elly e tornò in casa.


Elly aveva appena finito di preparare la cena. Quando tornò in salotto trovò Brian seduto in poltrona, due candele accese ed un piccolo pacchetto stavano accanto ad un piccolo alberello di vetro sul tavolo.
<<E quelli?>> Indicò verso il tavolino. Brian sorrise.
<<Un modo per ringraziarti della cena. E poi in fondo è pur sempre la Vigilia di Natale.>>
<<Grazie. Ma aspetta a dirlo! Potresti pentirti!>> Risero entrambi.


Cenarono a lume di candela, parlando con grande affinità, quasi si conoscessero da sempre. La cena era improvvisata, ma entrambi ne furono soddisfatti, anche se si trattava per lo più di antipasti. Più che la cena, assaporarono la compagnia, ed una serenità che non provavano da molto tempo. Entrambi stavano sperimentando qualcosa di molto simile alla felicità, tra risate e scherzi, era un trovarsi semplice, ma denso di significato.
Dopo cena Elly aprì il suo pacchetto. Era una palla di vetro con la neve, con al centro una casetta circondata da alberi di Natale. Le piaceva, era bella anche se semplice, quasi banale, ma le piaceva sopratutto perché inaspettata.
<<Grazie, è stupenda. Io però non ho regali.>> Gli disse.
<<Veramente, già questa serata è un regalo, credimi.>> Le sfiorò il volto con il dorso della mano. Poi, con un sorriso malizioso, e senza staccare gli occhi, dai suoi, prese, dalla tasca, il rametto di vischio che aveva acquistato. Forse il Natale poteva avere di nuovo senso, pensò guardando lo sguardo scintillante di lei. Elly gli sorrise. Si avvicinarono, desiderosi ed impacciati al tempo stesso.
Il bacio che si scambiarono, tenero ed appassionato, somigliava ad una muta promessa.
Una giornata, che aveva tutti i requisiti per essere disastrosa, si era trasformata nel Natale perfetto, pur nella sua estrema semplicità pensò, perdendosi tra le braccia di Brian.


Il racconto è frutto della fantasia dell'autrice, per cui ogni riferimento a fatti o cose reali è puramente casuale.




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Opera scritta il 29/12/2015 - 20:21
Da Marirosa Tomaselli
Letta n.1091 volte.
Voto:
su 3 votanti


Commenti


LETTO CON INTERESSE... ELOGIABILE QUANTO STRAORDINARIO... FELICE 2016 MARIROSA

*****

Rocco Michele LETTINI 30/12/2015 - 09:27

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Si, il rcconto è un po' scontato, ma è comunque ben narrato, piacevole a leggersi, quindi il risultato è buono, complimenti e saluti di buone feste.

Luciano Bellesso 30/12/2015 - 02:40

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Un racconto in cui due solitudini si incontrano e diventano un amore delicato.
Il classico colpo di fulmine che, in questo caso, va a buon fine. Molto romantico.Sembra una fiaba in cui una moderna principessa, un po' pasticciona e sbadata(molte di noi si riconosceranno in lei), incontra, per caso, nel modo più semplice,un moderno principe azzurro.
Il racconto dona serenità sussurrando all'orecchio di ogni donna sola che l'amore è lì vicino, magari capiterà domani.
Lo stile alterna frasi brevi di tipo descrittivo ad altre più lunghe in cui l'autrice esprime concetti.
*5 stelle e buone feste cara amica
Nadia

Nadia Sonzini 29/12/2015 - 20:58

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