LA CASA DEL POETA
Efisio è disteso sul suo letto, all’ombra, per cercare refrigerio. Non sta dormendo, sta solo riflettendo su quello che è successo, su quello che è riuscito a fare con il solo aiuto di Orlanda, la sua compagna di viaggio e si gode la sua intima soddisfazione.
Improvvisamente viene destato dallo scorrere dei suoi pensieri e dal suo compiacimento. C’è un rumore là fuori, sembra che qualcuno stia bussando alla porta.
“Salute a voi! Vi stavo aspettando!” dice Efisio alla coppia di ragazzi che timidamente lo attendono.
“Accomodatevi” dice, facendoli entrare. I ragazzi si guardano intorno, increduli, e capiscono in un istante di aver appena varcato la soglia di un posto magico, profumato di ginepro ed elicriso.
Siamo ad Arbus, nella Sardegna sud occidentale e tristemente inaspettata arriva la notizia che quell’antico ginepro, vecchio di secoli e testimone silenzioso di lontane maree sarà presto abbattuto per renderlo legna da ardere. Sono gli anni sessanta e ancora non è radicato un forte rispetto per l’ambiente tanto che questa notizia non muove più di tanto gli animi delle persone del posto.
Efisio ed Orlanda invece rimangono sconvolti dalla notizia e sanno che sarà dura fermare le fameliche motosega che senza pietà faranno diventare gli esili rami del vecchio ginepro in legna per arrosti, mentre i tronchi più anziani e pertanto più robusti, diventeranno sicuramente arredi pregiati di cui vantarsi nelle ville e nelle cantine della zona.
Ma Efisio non può e non vuole accettarlo. “Andiamo a vivere lì” dice ad Orlanda “Sono sicuro che così si fermeranno, è l’unica cosa che possiamo fare per salvare il ginepro” E così, di lì ad un paio di giorni la coppia si precipita nella marina di Pistis, vicino ad Arbus, per soccorrere la vecchia pianta e per fare da scudo contro gli aridi boscaioli.
Efisio Sanna era un ex minatore di Montevecchio, un coniglio come diceva lui, che aveva vissuto metà della sua vita sotto terra, ed era anche un poeta che amava divertirsi e far divertire nelle feste del suo paese con rime ricercate ed apprezzate.
Non avrebbe accettato passivamente che un pezzo della storia di tutti, sopra la terra, dove la gente dovrebbe respirare e pensare meglio andasse perduto per sempre. Lui amava quel posto, come si amano un padre ed una madre sempre presenti ed amorosi nonostante l’età e le fatiche. Decise, insieme alla sua compagna di andare a vivere sotto il grande ginepro. Iniziarono ad intrecciare rametti di rosmarino ed elicriso tra le fronde del ginepro per crearne un robusto tetto; sistemarono delle pietre sopra la sabbia e ne fecero un pavimento solido. Costruirono il loro romantico rifugio esclusivamente con le materie che la natura metteva loro a disposizione, perché è alla natura che avevano volto tutto l’amore e l’attenzione. Naturalmente la costruzione mancava dei comfort che una normale casa poteva offrire, ma in quell’ambientazione la coppia viveva con l’armonia che sempre li aveva caratterizzati.
Mentre Efisio si dedicava alla scrittura delle sue poesie, Orlanda con tanta passione e determinazione aveva organizzato un piccolo giardino al lato del ginepro dove trovavano posto e cura alcune piante di rose ed un piccolo orticello. Scendevano spesso al paese con la loro 600 multipla e riempivano d’acqua le taniche alla fontana con cui poter curare il loro giardino.
Efisio scriveva e appendeva le sue poesie con degli spaghi alle fronde del ginepro o le sistemava nelle fessure che il tempo aveva aperto nel tronco dell’antico albero. Ben presto la notizia di questa grande impresa di amore e coraggio arrivò su gran parte della Sardegna ed i visitatori, incuriositi, non mancarono di presentarsi alla porta della casa del Poeta.
Tutti venivano accolti con grande ospitalità e venivano invitati a lasciare qualche pensiero scritto da inserire in una cassetta delle poste che Efisio aveva posizionato fuori dell’uscio: di lì a qualche anno avrebbe voluto raccogliere tutto il materiale in un libro, insieme alle sue poesie.
Con Orlanda cantava le poesie ai visitatori e questo prezioso momento talvolta proseguiva per la notte intera, accompagnato dal rumore delle onde e dalla luce delle stelle che assistevano beate ad uno spettacolo magico. Efisio era molto gentile ma se gli si parlava in italiano faceva finta di non capire e una volta che un visitatore ad una sua domanda gli rispose “Ok” lui pacatamente replicò “E ite seisi americanu?”
La sua dimora divenne un luogo di incontro di animi sensibili, un luogo di pace dove solo il rumore del mare cullava i pensieri e dove anche il mare in burrasca riusciva a regalare meravigliosi tramonti. Era un posto dove si respirava la Vita.
Ma l’età avanzava e dopo qualche anno il Poeta e la compagna dovettero abbandonare la casa nel ginepro e tornare in paese, alle comodità e cure che la loro condizione ormai richiedeva. Il luogo continuò per qualche tempo ad essere mèta di altri poeti e romantici che ancora lasciavano il loro segno con una poesia appesa all’albero, ma l’assenza di Efisio ed Orlanda e la loro gentilezza rese il posto meno magico, orfano di quell’atmosfera che i due avevano saputo intrecciare.
Tutte le poesie lasciate appese come frammenti di vita dipinti in versi furono bruciate dai vandali, il giardino devastato ma il ginepro è lì, salvo e fiero come solo ogni anziano sa essere. Efisio ed Orlanda non ci sono più, ma il loro ginepro è rimasto mèta dei poeti che ancora vanno lì a riflettere e a scrivere, lasciando le poesie nella cassetta delle lettere, sbilenca sul ramo, ma ancora presente e insieme al ginepro sono la testimonianza del grande miracolo che Efisio ha compiuto.
Ho scoperto questa storia leggendo sul web, mi sono incuriosita ed appassionata e tutto ciò che ho scritto non è altro che un collage dei commenti letti su facebook da parte di suoi paesani o di visitatori. Il ginepro, la casa del poeta, sarà una mia prossima mèta e anche se dovessi trovarmi a corto di parole lascerò il mio semplice “Grazie, Efisio!”
Millina Spina, 6 Marzo 2016
Voto: | su 10 votanti |
Buona giornata!
Grazie dal profondo del mio cuore a tutti.
Nadia
Ciao Millina, buona domenica.
A volte ho paura di essere petulante con i pensieri sulla mia terra...ma si tratta di amore, ammirazione, di sofferenza e forti radici.
Buona giornata carissima!
ed originale. Bella la Sardegna che traspare in tutti i tuoi scritti, una terra selvaggia e dolce allo stesso tempo.
Complimenti e buona giornata
PS Scusa se ti leggo solo ora ma mi era, inspiegabilmente, scappato
5*
Ciao!
Buonanotte!
Grazie!!
Grande narratrice i tuoi scritti mi lasciano esterrefatto.
Un caro saluto.
Ciao
Qualche tempo fa ho letto di questo poeta e della sua storia che mi ha affascinata. Quando ho letto l'incipt di questo mese ho pensato immediatamente a lui, Efisio Sanna, ho scaricato i commenti da una pagina facebook e li assemblati, costruendone una piccola storia.
La pubblicità che grazie ad internet questo ginepro sta ricevendo spero serva alle autorità o associazioni del posto, per riuscire a preservarlo ancora e dare l'opportunità a tutti di riuscire a respirare la stessa magia che il Poeta riusciva a regalare.
Ciao!
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