Le donne attorno al fuoco sono poco meno di una dozzina e Iris sa che essere lì costituisce un rischio per la loro stessa vita. Si sono radunate attratte dall’istinto perché a nessuna chiederebbe di uscire di notte. Se venissero scoperte le attenderebbe la prigione, o peggio.
Iris celebra i momenti peculiari dell’anno e anche in occasione dell’Equinozio di primavera è stata raggiunta da altre donne che come lei vogliono mettersi in contatto con la Natura, con l’Universo. E questo è dannatamente pericoloso.
Nessuna parla, nessuna pone domande, nessuna fornisce risposte così anche in un tribunale eviterebbero lo spergiuro nello sostenere che non sono state istruite. Niente passa attraverso la voce, non sono previsti insegnamenti. Si affidano all’energia che avvolge la radura al centro del bosco di querce, alberi a simboleggiare la protezione. Seguono la danza armoniosa di Iris e intuiscono che qualcosa di straordinario sta accadendo. Intuiscono che loro stesse sono straordinarie. Un rametto di lavanda bruciato fino a profumare lo spazio attorno a loro è stato poi sotterrato per impedire agli aromi di raggiungere il villaggio.
I capelli lattescenti di Iris fluttuano alla brezza della notte colma di profumi magici che arrivano da più direzioni. Forse si sono creati altri gruppi e questo sta a significare che non sono sole a credere nella forza delle Donne. Iris è una donna senza tempo e i suoi occhi cerulei sono limpidi come i laghetti delle montagne che si scorgono in lontananza. Si percepisce un’Anima pura, volta al Bene delle altre persone anche se gli abitanti non ne sono convinti e più volte l’hanno spinta a svelare i suoi segreti perché si tradisca e sperimenti così le accuse più bieche. Opera con le erbe e nulla più. O almeno è ciò di cui sono convinti tutti. Se soltanto vedessero questa riunione, l’appellativo di strega la condurrebbe direttamente al rogo. I suoi movimenti cadenzati, la nenia intonata sottovoce, il brillio emanato dai corpi delle donne che lo ravvisano in uno stupore dovuto alla non comprensione, ma accompagnato dalla consapevolezza di qualcosa di speciale. Danzano e sorridono, il silenzio è rotto a tratti dalla voce carezzevole di Iris, ma nessuna delle presenti osa unirsi a lei. Si accontentano di ascoltarla, di scegliere un mazzetto di erbe nel cesto di rametti intrecciati e di nasconderlo subito fra le pieghe delle gonne lunghe a sfiorare il terreno. Useranno i fiori e le foglie per rasserenare, energizzare, guarire; rosmarino nel vino come aiuto all’umore, arnica in infuso contro la stanchezza, origano o iperico come protezione. Raggiungono l’obiettivo di prendersi cura dei loro cari senza esporsi al ludibrio della popolazione. Compiono gesti d’Amore senza ricercare riconoscimenti, e da Iris imparano saggezza e riverenza, rispetto per la Natura e per ogni essere vivente.
Ognuna di queste donne, pur senza conoscenze scientifiche, astronomiche o astrologiche, attinge all’equilibrio raggiunto dalla luce e dal buio in questa notte di marzo. Ringraziano per quell’attimo di serenità e di equilibrio collegato al Potere dell’Equinozio. Scrutano il gioco infinito del Giorno e della Notte che variando la propria presenza di fronte all’uomo ricorda che anche nell’intimo di ogni persona varia la proporzione fra Luce e Ombra.
Le donne che attorniano Iris indagano i propri animi, scandagliano fin nel profondo e seppure non siano delle esperte comprendono che qualcosa di mistico le abita. Non parlano di percorsi di autoconoscenza, li vivono.
Senza studi specifici sanno che ci sono domande senza risposte e, talvolta, quando per una frazione di Tempo si trattiene la mente e si ascolta il cuore, si gode dell’Immensità. Tutto sfuma, ogni dubbio scolora e rimane soltanto la magia di un presente che allarga le braccia per accogliere un futuro ricco di preziosi doni che puntano diritti all’Anima.
Iris celebra i momenti peculiari dell’anno e anche in occasione dell’Equinozio di primavera è stata raggiunta da altre donne che come lei vogliono mettersi in contatto con la Natura, con l’Universo. E questo è dannatamente pericoloso.
Nessuna parla, nessuna pone domande, nessuna fornisce risposte così anche in un tribunale eviterebbero lo spergiuro nello sostenere che non sono state istruite. Niente passa attraverso la voce, non sono previsti insegnamenti. Si affidano all’energia che avvolge la radura al centro del bosco di querce, alberi a simboleggiare la protezione. Seguono la danza armoniosa di Iris e intuiscono che qualcosa di straordinario sta accadendo. Intuiscono che loro stesse sono straordinarie. Un rametto di lavanda bruciato fino a profumare lo spazio attorno a loro è stato poi sotterrato per impedire agli aromi di raggiungere il villaggio.
I capelli lattescenti di Iris fluttuano alla brezza della notte colma di profumi magici che arrivano da più direzioni. Forse si sono creati altri gruppi e questo sta a significare che non sono sole a credere nella forza delle Donne. Iris è una donna senza tempo e i suoi occhi cerulei sono limpidi come i laghetti delle montagne che si scorgono in lontananza. Si percepisce un’Anima pura, volta al Bene delle altre persone anche se gli abitanti non ne sono convinti e più volte l’hanno spinta a svelare i suoi segreti perché si tradisca e sperimenti così le accuse più bieche. Opera con le erbe e nulla più. O almeno è ciò di cui sono convinti tutti. Se soltanto vedessero questa riunione, l’appellativo di strega la condurrebbe direttamente al rogo. I suoi movimenti cadenzati, la nenia intonata sottovoce, il brillio emanato dai corpi delle donne che lo ravvisano in uno stupore dovuto alla non comprensione, ma accompagnato dalla consapevolezza di qualcosa di speciale. Danzano e sorridono, il silenzio è rotto a tratti dalla voce carezzevole di Iris, ma nessuna delle presenti osa unirsi a lei. Si accontentano di ascoltarla, di scegliere un mazzetto di erbe nel cesto di rametti intrecciati e di nasconderlo subito fra le pieghe delle gonne lunghe a sfiorare il terreno. Useranno i fiori e le foglie per rasserenare, energizzare, guarire; rosmarino nel vino come aiuto all’umore, arnica in infuso contro la stanchezza, origano o iperico come protezione. Raggiungono l’obiettivo di prendersi cura dei loro cari senza esporsi al ludibrio della popolazione. Compiono gesti d’Amore senza ricercare riconoscimenti, e da Iris imparano saggezza e riverenza, rispetto per la Natura e per ogni essere vivente.
Ognuna di queste donne, pur senza conoscenze scientifiche, astronomiche o astrologiche, attinge all’equilibrio raggiunto dalla luce e dal buio in questa notte di marzo. Ringraziano per quell’attimo di serenità e di equilibrio collegato al Potere dell’Equinozio. Scrutano il gioco infinito del Giorno e della Notte che variando la propria presenza di fronte all’uomo ricorda che anche nell’intimo di ogni persona varia la proporzione fra Luce e Ombra.
Le donne che attorniano Iris indagano i propri animi, scandagliano fin nel profondo e seppure non siano delle esperte comprendono che qualcosa di mistico le abita. Non parlano di percorsi di autoconoscenza, li vivono.
Senza studi specifici sanno che ci sono domande senza risposte e, talvolta, quando per una frazione di Tempo si trattiene la mente e si ascolta il cuore, si gode dell’Immensità. Tutto sfuma, ogni dubbio scolora e rimane soltanto la magia di un presente che allarga le braccia per accogliere un futuro ricco di preziosi doni che puntano diritti all’Anima.
Opera scritta il 05/08/2016 - 12:24
Da Magia 66
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Commenti
Grazie Salvo, il tuo commento mi sprona a indagare ulteriormente, attraverso il racconto, la parte magica e misteriosa delle persone
Magia 66 07/08/2016 - 16:08
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Racconto magistrale con riferimenti poetici e visione libertaria di vita che mi ha da sempre affascinato. Sembra di scorgere un gruppetto di donne guidate da Iris alla ricerca magica di momenti estatici e gioire dell'esistenza.
5*
5*
salvo bonafè 05/08/2016 - 19:07
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