sporca di un antico ritorno.
Un profumo di rose ha tracciato
il sentiero che mi portava a casa.
Api e farfalle rosa circondavano
i tetti soleggiati della mia dimora.
Una nebbia eterea aleggiava,
sul cortile innamorato che verdeggiava
al centro del mondo.
Un ricordo spento oggi si confonde
con i contorni della mia visione.
Ho membra stanche e tetti pesanti
su cui non posa alcuna luce.
Forse che il mio sguardo manchi
di stelle, scacciato dal grembo protetto
della vita? Forse che ammiri da lontano
l'amaro e sognato ventre di mia madre?
Chiusi nella bolla, mi sazio con i sogni degli altri.
Sono uno spermatozoo che scruta cuori in fasce,
nella nostalgica visione di una gioia prenatale
quando nel sonno era permesso vivere di sogni.
Veglio nel lutto di una nascita proibita,
chiudere gli occhi nella magia, aprirli nella realtà.
Il tempo s'è fatto, di correre tra i rovi e sul filo spinato
soffocata dal pallore di strazi che non so immaginare.
Le tende della quiete si apriranno l'ultima volta
per ricordare che si ritorna a casa per morire,
ma si muore per tornare a sognare.
a.c.
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5*****
hai scritto mille poesie e le hairaccolte in una.... stupenda meraviglia.....
anche la morte è vita...
messaggio positivo... se poi c'è il sogno allora confido.
bello bello bello
leggerti
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Lieto meriggio, Ayesha.
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