facendo scorrere le mie mani sui vetri appannati,
sentendo lo stridio delle unghie sul vetro
e annotando ogni minima variazione del mio umore.
Con enfasi ho aspettato che tu mi chiamassi,
scorgendo anche bellissimi squarci di vita nella strada
e sentendo le bestemmie di un rigattiere in fondo alla via.
Ma il telefono restava muto.
Ho approfittato del tempo libero per coltivare i fiori nel mio giardino,
spruzzando acqua sulle piante che avevo trascurato.
Sai quanto ci tenga al mio giardino.
Ma il telefono restava muto.
Mi sono abbarbicato sul terrazzo, seduto sul predellino fosforescente
che ha tenuto miracolosamente il mio peso,
deformato sotto i miei chili.
Ho atteso ancora la tua chiamata.
Ho sentito lo scuotere del vento che faceva muovere
quelle sagome di polistirolo per tenere lontani i piccioni.
Nella strada intanto scoppiava una lite per un parcheggio
e la folla si spargeva nella piazza come colature di colore.
Ci sono ancora, non ti preoccupare,
sono qui davanti al vetro che aspetto una tua chiamata
e annoto che l’aria sta cambiando, s’è fatta più fresca.
Ma il telefono resta muto.
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In attesa di lei....
Stupenda