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AUTOSTRADA PER LA SICILIA (3^ Parte)

LA CACCIA
Spiegare al suo compagno Stefano perché 'doveva' partire a quell'ora di notte per la Sicilia, non era stato facile. E lui aveva scelto di seguirla dato che non vi era modo di dissuaderla. Forse, anche perché aveva visto quella strana luce negli occhi di lei.
In viaggio, quindi, su quella maledetta autostrada per la Sicilia....
Il cane sul sedile posteriore, seduto come la statua di Anubi.
Teso, come avesse compreso che non si sarebbe trattato di un viaggio di piacere.
Elena sapeva che avrebbe avuto bisogno del suo cane, Soul, un molossoide educato come un soldatino buono ma consapevole di sé al primo comando...sentiva che ne avrebbe avuto bisogno come di uno scudo, come di un'arma da contrapporre a qualcosa che poteva essere peggiore di qualsiasi previsione. Per questo l'unica condizione che aveva imposto a Stefano per lasciarlo partire con lei, era quella di tenersi ad almeno venti metri di distanza da qualunque cosa avesse visto accadere, tenendo al guinzaglio Soul con il preciso compito di scioglierlo quando lei lo avesse ordinato.
....e mille domande a non lasciar spazio ad alcun tipo di conversazione col suo compagno di viaggio, le mascelle serrate in uno spettrale silenzio che duro' fino alla fine di quel maledetto viaggio.
Arrivarono a destinazione di mattina presto, avendo avuto la fortuna di giungere appena in tempo per imbarcarsi sul traghetto. Qualche indicazione per raggiungere l'abitazione di Rossana, posta in un quartiere popolare di una cittadina della quale fino ad allora, aveva sentito parlare solo per fatti di cronaca nera!
Il palazzo, una sorta di piccolo grattacielo, una cattedrale nel deserto tanto era squallido tutto quanto vi era intorno.
Mille sguardi addosso come tante puntine da disegno conficcate nella schiena....non era facile confondere una continentale con le 'fimmine' del luogo. Non lei. Con quei trenta chili di muscoli guizzanti a forma di cane che le camminavano di fianco, con il collo praticamente 'agganciato' al femore e quel metro e novanta di corazziere all'altro fianco no, non era facile!
E ripassava nella mente ogni plausibile introduzione al discorso da fare, alle tante cose da dire per spiegarsi e predisporre la famiglia a un intervento, mentre saliva in ascensore....
Ad accoglierli la mamma Adriana, con uno sguardo più che sconvolto.....Ele pensava non avesse chiuso occhio tutta la notte sapendo che l'indomani, non sarebbe stato un giorno da dimenticare facilmente. Ma in realtà, in seguito apprese che il motivo era un altro.
Trovo' in salone il padre di Ros, Domenico; il fratello Raffaele, più scuro in volto che incredulo e la cugina Amalia, di qualche anno più piccola di loro e che Elena aveva visto nascere, come Raffaele.
La presenza di Stefano creo' qualche momento di imbarazzo: era la prima volta che lo incontravano, così come era la prima volta in trent'anni che vedevano Elena in compagnia. La straordinaria educazione di Soul rese meno impacciati i convenevoli, creando quel momento di distrazione sufficiente ad allentare la tensione iniziale.
In modo imprevisto quanto auspicabile per Elena, la cui tensione interiore era paragonabile a quella dei tiranti del ponte di Brooklyn, fu proprio Adriana a rompere il ghiaccio. Sul tavolino l'immancabile vassoio con i cannoli siciliani appena fatti e una sacrosanta tazzina di caffè.
Il suo discorso fece da subito intendere che per i fatti accaduti poco prima del suo arrivo, Adriana era stata costretta ad accennare qualcosa al resto della famiglia.
'Elena...noi siamo 'scon-vol-ti!'...ecco...sconvolti mi sembra il termine adatto. Io ho accennato a Mimmo della tua chiamata dopo che Rossana, senza spiegare niente e all'improvviso...insomma….devi sapere che stamattina ha preso su quattro vestiti, i suoi gioielli e ha detto che se ne andava a vivere a casa di questa sua AMICA!! CAPISCI?? Chidda vastasa! Io non ci posso mettere la testa! Tu ora mi devi dire cosa succede perché noi ci prende un colpo e moriamo all'istante! Tu MI DEVI DIRE, se lo sai, cosa vuole da noi chidda vastasa di mia figlia!! Quella sua amica coi baffi pure sulle gambe che non si è nemmeno degnata di salire...neanche non l'avessimo vista che l'aspettava da basso!!' e trasalendo, Elena guardò il marito: la testa china, le spalle curve come sotto il peso di una condanna a morte, quello della vergogna.
Stefano impietrito con il cane ai suoi piedi, con le orecchie tese come le corde di un violino. Anche lui, iniziava a dare un senso a quella smania irrefrenabile di Elena della sera prima.
Per Elena, la conferma che il master aveva sferrato il suo attacco e l'aveva sottratta al cacciatore, sentendolo arrivare...
'Bene! Ci sediamo un attimo tutti?' inizió Elena, che ancora non sospettava quanto in realtà la situazione fosse peggiore di quanto avrebbe potuto aspettarsi e tutto il resto che aveva ancora da sapere...
'Ragazzi, qui è inutile che ce la meniamo con il prologo. Quello che avrei dovuto dire per metà, si è già compiuto. Quindi, ragioniamo con calma. Temevo qualcosa del genere, per questo sono qui! E francamente, ne avrei fatto molto volentieri a meno!'
Il silenzio che regnava tra una sua parola e l'altra, era più denso della ricotta che riempiva quei cannoli....
'Ele ti prego, dicci presto quello che ci devi dire che mi voglio andare a prendere chidda vastasa di una vastasa!'
'Calma, Adriana. Ci vuole calma. È questo che vuole IL TIPO! Perché tanto per cominciare, è ora che vi decidiate a capire che quella sua amica, è una donna dentro il corpo di un uomo. Ed é lesbica! E non è un'amica di Ros ma la sua compagna e PADRONA! Cribbio! Perché se non mettiamo subito in chiaro questo, io non posso spiegarvi proprio nulla!!'. E qui, Mimmo cominciò a camminare nervosamente avanti e indietro nel salone ed Elena, ne approfittò per metterli tutti a sedere intorno al tavolo, tentando di stemperare l'aria.
E si apparecchiò. E si pranzò. E si parlò di tutto quanto era avvenuto negli ultimi giorni.
Seppe di Ros che da qualche giorno portava sempre in casa 'la sua amica' (perché nonostante lei non perdesse occasione per ricordare loro che si trattava di un transessuale, i genitori di Ros continuavano strenuamente a parlarne al femminile, quasi come ignorassero la differenza). Seppe che l'individuo aveva fatto il tour di casa pretendendo di visitare in compagnia della sola Ros stanza per stanza l'appartamento. E di loro che in tutto questo fare nulla avevano eccepito per non indispettire Ros, ultimamente già depressa di suo dato il repentino cambio di vita...
'Chidda sciagurata!! Muoio...io muoio!' gridava ogni tanto tra una portata e l'altra Adriana piangendo anche, a tratti...
Seguirono le spiegazioni pseudo scientifiche ai genitori di Ros per spiegare cosa significasse 'transessuale', ovvero la reale natura del 'genere' di appartenenza dell'amica di Ros, nonostante il loro estremo rifiuto mentale. Ai genitori, perché era chiaro dai discorsi fatti, quanto sia il fratello che la cugina avessero avuto modo di capire. Scegliendo il silenzio, incapaci probabilmente di trovare le parole per spiegare o forse, sottovalutando gli eventi.
Reticenza...insistenza....ancora reticenza....SILENZIO!
Alla fine del pasto, Elena pensò di fare quattro chiacchiere da sola con i ragazzi che durante il pranzo avevano raccontato di serate alle quali anche loro avevano preso parte; all'apparenza normali serate in compagnia di nuovi amici di Rossana.
Attingeva quante più notizie poteva, in un crescendo di tensione che come per il motore di un aereo, cercava il proprio punto di massima potenza per lasciarla partire all'attacco!
E con la scusa di riposarsi dal viaggio appartandosi con loro nella camera di Raffaele, lasciato Stefano in compagnia dei genitori, eccola inondata da una marea di notizie al cui solo udire, cresceva in lei anche la rabbia.
Venne così a sapere che in quelle 'normali' serate tra presunte amiche, si era parlato di argomenti al limite del paradosso: dei riti di una potentissima setta satanica cui la compagnia prendeva parte, di sedute evocative del maligno, di croci rovesciate (…!!!)
Sconcertante come i ragazzi raccontavano tutto questo come fosse la cosa più normale del mondo! A tratti ridendone, come a voler inconsciamente giustificare l'assenza di una loro qualsivoglia presa di posizione al riguardo o di un loro dissenso, in qualunque modo manifestato.
Erano anche venuti a conoscenza del fatto che LUI aveva provveduto a congelare il proprio seme poco prima di conoscere Rossana. Che all'indomani del loro primo incontro si era presentato sul posto di lavoro, il suo negozio di abbigliamento, vestito da donna!
E giù ancora, alle perplesse incalzanti domande di Elena.
Dissero di aver saputo che LUI aveva parenti di alto lignaggio nella magistratura, che si trattava di massoni, molti dei quali dediti al satanismo tra i quali, LUI risultava essere uno dei capi mentre il fratellastro di Rossana, uno dei luogotenenti (...!!)
E via via che parlavano, confessavano di essere a conoscenza di dettagli agghiaccianti di fronte ai quali Elena iniziava a chiedersi cosa diavolo fosse lì a fare.
E via via cominciava a farsi strada nella mente qualcosa di più delineato. Forse il reale movente di tutto. Già!
E la tachicardia.
E il sudore freddo.
E il sangue a pulsare forte nelle vene...
Pensava fosse abbastanza. Ora non aveva più voglia di ascoltare.
Via tutti da torno. Doveva pensare.
Si tolse tutti i gioielli, quelli che sapeva bene Ros avrebbe usato come un arma contro di lei.
Tolse il collier, i bracciali, gli orecchini. Quando Raffaele perplesso le chiese perché, rispose secca 'Lo capirai più tardi'.
Era un automa. Gesti meccanici, qualcosa nella testa a dirle come, cosa, quando.
Pochi minuti ancora per avvisare Raffaele che avrebbe dovuto seguirla. Perché sapeva che avrebbero dovuto usare la forza. Che avrebbero dovuto portarla via contro la sua volontà. Che avrebbero trascorso la notte in una questura o in un comando dei Carabinieri, probabilmente con una denuncia per sequestro di persona sulla scrivania del capo. Sapeva tutto. Fondamentale, quindi, che un familiare fosse presente. E che l'auto con cui l'avrebbero portata via, fosse la loro. Questo, sapeva.
Il cacciatore conosce bene ogni capacità reattiva del proprio avversario. E aveva chiaro in mente che avrebbe dovuto tentare di portarsi via Rossana, prima ancora che di sfidare un calibro così pesante. LUI. Il Master!
Perché nonostante lei non credesse a nulla di metafisico, sapeva che gruppi di tale portata possono avere il favore di persone al di sopra di ogni sospetto. Che occupano posizioni da cui disporre dell'ordine costituito, ponendolo al servizio di oscuri personaggi dal potere occulto.
E conosceva nel profondo la portata devastante della follia che menti così distorte e condizionanti posseggono. Capaci di inghiottire vite nella più totale ignavia di chiunque osservi senza realizzare i fatti, nonostante (come in questo caso!) la loro evidente particolarità. A volte velata, in modo da nascondere la loro reale mostritudine....
Uscirono di casa. Elena, Raffaele, Stefano e Soul. In silenzio. In cerca di Rossana senza sapere dove andare ma con un'unica idea: iniziare la sua ricerca partendo dall'unico punto di riferimento, l'unica traccia da seguire che li potesse portare a lei, nella tana del lupo, il quartiere dove sapevano trovarsi il luogo di lavoro del MASTER!
E mentre andavano, di tanto in tanto Elena impartiva le sue direttive: l'avrebbero trovata, prima o poi. Elena l'avrebbe avvicinata a piedi con una scusa mentre Raffaele, avrebbe dovuto aspettarla con gli sportelli aperti e la macchina a motore acceso fuori dalla sua portata visiva. Stefano, di poco lontano, con il cane al guinzaglio pronto a intervenire...
La caccia era al suo culmine.....lo scontro dietro l'angolo!!
(Segue 4^ e ultima parte)



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Opera scritta il 01/07/2017 - 22:44
Da Alessandra E Basta
Letta n.1177 volte.
Voto:
su 3 votanti


Commenti


Scusa per la recensione/papella ma come ribadisco qui abbiamo un ottimo racconto e attendo pazientemente la quarta e forse ultima parte.
Se vuoi leggermi, anzi se desideri leggermi ti consiglio "La ragazza dei miei sogni" e "La ragazza delle vetrina" quest'ultimo in tre parti, racconti che a detta di molti risultano tra i miei lavori migliori. Mi farebbe piacere se li leggessi con tanto di commento. Senza impegno si intende.
Bravissima e un abbraccione one one!!!

Giuseppe Scilipoti 02/01/2018 - 11:49

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Questo componimento, in sincerità è uno di quelli che più mi è piaciuto qui su Oggi scrivo.
Adesso rimango con la curiosità?
Sbrigati a terminare la seconda parte, sennò prendo l'autostrada e ti vengo a cercare a Roma con intenzioni poco ortodosse.
Scherzo ovviamente, comunque questo dimostra che la narrativa è nelle tue corde, non ti limiti solo a descrivere, a narrare, a scavare ma anche a esplorare fino in fondo ciò scrivi. Questo dimostra che sei un attenta osservatrice.

Giuseppe Scilipoti 02/01/2018 - 11:47

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Personaggi ben rappresentati, hai catturato in generale senza eccessi o forzature una tipica famiglia meridionale all'antica e di mentalità retrograda di cui comunque date le vicissitudini per forza di causa maggiore stanno imparando a scoprire aspetti di cui ignoravano l'esistenza, mi riferisco alla madre e al padre di Ros. Effettivamente sarà una caccia nel riportare sana e salva l'amica, quindi mettiamo pure un lato investigativo in questa storia...

Giuseppe Scilipoti 02/01/2018 - 11:43

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Questo testo narrativo, a momenti come già detto simile ad un piccolissimo romanzo come già esposto in precedenza, mette in evidenza non solo il senso della famiglia ma anche i dettami di una profonda amicizia, in cui si va addirittura a rischiare la pelle per salvare l'amica dalle grinfie del MALE! "Autostrada per la Sicilia" ha per cui un mix riuscito di generi, si va innanzitutto all'introspezione, al dramma, un pò di sociale attuale, del thriller, probabilmente anche avventura.

Giuseppe Scilipoti 02/01/2018 - 11:41

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Troppo preso dal racconto non potevo non leggere subito anche la terza e attuale ultima parte.
Finisce sul più bello, un autentico cliffhanger ossia per dirla in termini spiccioli la narrazione si conclude con una interruzione brusca in corrispondenza di un colpo di scena o di un altro momento culminante caratterizzato da una forte suspense e un certo pathos. La storia assume cosi dei contorni torbidi e oscuri sempre più torbidi. È pensare che la storia si ispira a eventi realmente accaduti...

Giuseppe Scilipoti 02/01/2018 - 11:37

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Ciao amica Alessandra,mi è piaciuto e ricambio il commento che hai fatto in linguaggio brile a me
.......!!!
Nicol
Ps il commento vero te l'ho detto che sarà nell'ultima parte
*****

Nicol Marcier 03/07/2017 - 01:55

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intrecci intrighi in un racconto molto ben leggibile

GIANCARLO "LUPO" POETA DELL 02/07/2017 - 09:28

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