(L’immagine che accompagna il racconto è un dipinto a olio dello stesso autore)
PREFAZIONE
Politica e malaffare. Questo è il tessuto sociale d’oggi che appare colluso.
Connessione diventata inscindibile, indipendentemente dal fatto che trattasi di Mafia, Camorra ‘Ndrangheta o altri poteri occulti collaterali, trasversali.
La corruzione oramai dilaga a vista d’occhio e costituisce il male sociale diffuso a macchia d’olio.
Sembra che i cittadini si siano assuefatti e non si meraviglino più di nulla.
In ogni livello di attività si scopre sempre chi ruba, inganna, froda, estorce, raggira, per un esclusivo arricchimento e vantaggio personale o di un gruppo ristretto malavitoso.
Tutto questo sembra avvenga sotto il beneplacito della “Politica” che poco si adopera per sradicare il malaffare, anzi…
E pure la giustizia pare abbia chiuso gli occhi senza dare certezza all’esecuzione della pena.
Il romanzo si basa su alcuni accadimenti reali.
I personaggi della storia sono due, il neoeletto deputato con i voti della mafia e un grosso potente boss siciliano.
In tale ambiente criminale, chi “investe” nella politica deve ottenere i correlativi vantaggi; di contro, chi viene meno ai patti, rischia l’annientamento totale e completo.
UN DISCORSO TRA LOSCHI INDIVIDUI
- E che cosa sono adesso questi grossi paroloni, giovanissimo onorevole? (Inizia il discorso Don Alfonso l’uomo d’onore, il boss dei boss.)
Minchia, neanche lei mi sembra amicuzzo mio!
Mi viene a parlare di Politica, Mafia, Camorra e ’ndrangheta proprio di prima mattina senza che abbia ancora digerito.
Ma che, dice davvero?
Ho l’impressione però che lei s’è messo in testa, di unire un’accozzaglia di vocaboli per me senza senso.
Ce lo dico in faccia quello che penso, che io, di peli sulla lingua non ne ho avuti.
Quando mai le mie orecchie ascoltare cose simili!
Mi fanno arrizzari i carni certe discussioni avventate.
E poi dette da lei… Suvvia non scherziamo!
Forse in fondo… ma molto in fondo, si potrebbe pure dire che è possibile intravedere un certo… diciamo così… discorso di congiunzione, di connessione… magari se vogliamo… ipotetico, fantasioso ed estroso.
Ce la possiamo intrufolare con la forza questa benedetta connessione, ma proprio per farle piacere, perché mi è stato simpatico sin dal primo momento che l’ho vista.
Il nostro primo incontro, se lo ricorderà vero?
Me lo sono detto subito nella mia testa che lei mi faceva simpatia davvero e un certo affidamento.
D’altra parte, se non si da fiducia ai giovani, alle nuove leve…!
Lo sa, si vede subito quando si ha una persona davanti, che tipo è!
E poi è scattata in me quella che certuni chiamano empa… come si dice… ce l’ho sulla punta della lingua… questa benedetta parola per me difficile!
Ah sì, “l’empatia”.
Voscenza mi è sembrata un giovincello magari troppo sveglio, rampante, uno che non si fa mettere sotto da chicchessia.
E poi è istruito, pure laureato, un professionista davvero con un buon nome stimato in paese.
Diciamo “immacolato” per come si asserisce nell’ambito della politica, e questo fa comodo a tutti i livelli che gravitano attorno alla nostra organizzazione o sono sullo stesso piano del malaffare.
Un nome pulito e casto come il suo, amico mio, fa comodo a tutti, e per questo va speso bene, come fosse un “pospiru”, un fiammiferu, nu cerinu, che una volta acceso si consuma e poi non si più utilizzare.
- Bontà vostra don Alfonso! (Rispose L’onorevole Carmelo Terrazzoni, deputato neo-eletto)
Esclusivamente tutta bontà vostra questo apprezzamento nei mei confronti.
- Non siate modesto.
Piuttosto le posso assicurare che è, e sarà, ben vista da noi di Cosa nostra, da coloro che io governo in questa nostra isola sciavorusa.
Certo, è importante avere un nome nuovo anche per l’occhio pubblico paesano, per la gente bigotta e pure a quelli che vogliono essere presi per i dovuti fondelli.
Del resto ci conosciamo tutti no?
Comunque, tornando al nostro argomento della connessione da lei palesata, aggiungo che …
Solo a livello teorico, apparente e di facciata c’è relazione tra Politica, Mafia, Camorra e ’ndrangheta.
Se però queste cose le afferma lei, prendono una piega, diciamo… un senso dubitativo.
Se invece le asserisco io, allora è tutt’altra cosa, perché diventa una sacrosanta sentenza.
Insomma sarebbe per me una ricerca spasmodica trovarne il dovuto collegamento.
Mi creda giovane rampollo della politica e amico nostro, che è tutta persa questa sua chiacchierata, sconclusionata già in partenza, perché la sostanza non è che cambi, anzi, a dire la verità, resta sempre quella che è!
Immutabile, inamovibile e nessuno mai potrà spostarla di un millimetro.
Proprio come le cose che capitano nella politica tutta siciliana.
Amico mio, “deputatuzzo” nostro fresco di giornata, non vi offende se la chiamo cosi...?
Deve sapere che oggi come oggi, al tavolo del potere non solo ci sono queste sacrosante egemonie da voscenza menzionate con troppa leggerezza, insomma come dite voi Politica, Mafia, Camorra e Ndrangheta di cui magari lei a Roma avrà di che fronteggiare, ma se lo scorda, per caso, che ci sono altri gruppi insaziabili, famelici e avvoltoi come quelli la Massoneria deviata?
Costoro dove c’è sciavoro di traccheggio, posti da spartire o soldi da reclamare, sono capaci di ammazzarsi all’ultimo sangue per avere i loro spazi.
Sembrano tizi seri, dalla faccia pulita e innocentuzza, ma quella è tutta scorza dura che nasconde la vera natura di avidi e assetati di potere.
Perciò oramai che ci sono e che hanno raggiunto e consolidato col tempo potenza, supremazia nazionale e internazionale, come noi insomma, che facciamo, li volgiamo escludere dalla spartizione del dominio?
Non sia mai, perché significherebbe smuovere troppe acque e questo disturba tutti quelli che come noi navigano nello stesso mare del potere occulto, oscuro.
E poi quegli altri fantomatici cosiddetti parareligiosi che sono più avidi di noi, ce li stiamo dimenticando?
Con quella faccia pulita e angelica che hanno, vestiti di tutto punto con quell’abito nero, rosso o amaranto, che si battono il petto mille volte al giorno, non immagina quello che chiedono per consentirci solamente di poggiare la punta dei nostri piedi nei loro ambiti, nei loro affari di gestione, quelli grossi e patrimoniali, di picciuli s’intende!
Le sto parlando di certi prelati che amano il lusso sfrenato, il denaro, la sregolatezza, insomma quelli che stanno lì a Roma, definiti affiliati alle ruberie più o meno visibili.
- Eppure… la connessione c’è.
Lo vede che anche voscenza mi ha inteso?
Tutto sommato, mi ha pure dato ragione anche se a modo suo.
Con il rispetto che nutro per la sua persona, vedo che la sa lunga… molto più lunga di me.
Del resto voscenza è un esimio maestro sul funzionamento del sistema diciamo “occulto” che adesso vige indisturbato in ogni ambito di questo nostro tessuto sociale nazionale.
Si è così incancrenito questo modo di ruberia, così tanto, che oramai la gente si è abituata a sentire in televisione gli scandali, i furti, le frodi, le estorsioni e non ci fa più nemmeno impressione.
Lo sappiamo tutti ed è alla luce del sole che nella nostra isoluzza è voscenza che muove le fila e basta una parolina sua, all’orecchio dei boss locali, che tutto passa indisturbato, liscio come l’olio.
È noto pure che voscenza è persona modesta, e sa fare bene gli affaruzzi suoi o meglio della famiglia di Cosa nostra.
- E certo!
Sono più vecchio e poi la mia esperienza, dove la mette, nel sacco?
Quante ne ho passate, neanche lo immagina amicuzzo mio, e occorrerebbero mille anni per lei, per acquisire la mia saggezza e spregiudicatezza, anche se spesso, diciamolo pure, senza minimamente volerlo, sono stato costretto dalle circostanze ad agire in un determinato modo clamoroso.
Che dire, che ho dovuto sporcare necessariamente di sangue le mie mani?
Si va beh qualche volte o tante… non ricordo più e non m’interessa!
Che vuole farci?
Bisogna rassegnarci in questo mondo di sopraffattori e sanguisuga!
Occorre solamente farci i calli in certe situazioni ed io, modestamente me li sono procurati a gran fatica.
Le vede queste mani grosse e pesanti?
Non immagina quanti strangolamenti e sparatorie hanno dovuto fare…
A mio discapito, le posso dire, per la verità che…
Come le dicevo, sono stato semplicemente costretto, sfidato da gente da quattro soldi e poi devo ammettere che purtroppo tutto è successo perché ho dovuto difendermi, anche per mantenere il mio predominio.
E quando una persona per bene come me è provocata e mi mettono le dita negli occhi, è logico che debba adempiere ciò che le sacrosante regole di Cosa Nostra impongono.
Non c’è altro da fare del resto…
Si sa, sono gli incerti del mestiere o meglio questi sono i ferri, i sistemi del nostro lavoro di mafiosi.
Che poi questo epiteto di “mafioso” neanche mi piace, lo disdegno tanto e pure troppo.
Mi comincia a puzzare quando esce dalla bocca di certi personaggi inutili e quaquaraquà.
Mi sembra… chi sacciu, oramai un termine logoro e spesso usato imprudentemente e senza il dovuto rispetto.
Però… sempre tutto previsto, tutto calcolato per noi deve essere!
D’altronde, sono gli annessi e connessi che bisogna per forza utilizzare per inchiodare per terra certe teste calde, appunto per ristabilire gli equilibri e le regole del gioco nella nostra Onorata Società che io immeritatamente governo.
- Lo so, la conosco bene la sua emerita attività.
Eccome!
Non per questo mi sono rivolto a suo tempo a voscenza, appunto per avere sicurissimo sostegno per la mia elezione a parlamentare della Repubblica Italiana.
LEZIONE PRATICA DA UN MAESTRO DE CRIMINE
- Amico mio si fa quello che si può… nel nostro ambiente che, diciamolo pure, ci dà grandissime soddisfazioni, anche se a volte pagate a caro prezzo.
Nella vita si sa, chi non risica non rosica.
Siamo qui per questo o no?
In questa misera società di avvoltoi, dobbiamo necessariamente combattere giorno dopo giorno.
Che ci possiamo fare caro il mio onorevole!
Dobbiamo pure noi campare, e per questo occorre farci largo e guadagnare spazio a furia di spintoni, e se occorre, anche con i nostri strumenti sonori che fanno venire, glielo posso assicurare, la vista ai ciechi e l’udito ai sordi più incalliti.
Nel nostro mestiere, che io modestamente parlando svolgo con passione e trasporto, quando qualcuno ci chiede una mano, ci rimbocchiamo tutte e due le maniche di camicia.
Però poi deve rispettare i patti e ricambiare dovutamente il servizio che gli confezioniamo, daccussì… pari… pari.
Del resto, le cose le facciamo andare come noi decidiamo e poi, anche per il loro naturale, giusto verso, così com’è necessario vadano.
Adesso non per vantarmi, ma la mia “autorità”, per non dire “comando” per semplice modestia, in questo territorio di miserabili e debosciati, vale quanto una sentenza dell’alto giudice di Corte d’Assise.
Del resto…
Una mano lava l’altra e tutte e due assieme rendono pulita, linda e lucidamente perfetta la faccia sempre felice e sorridente che teniamo addosso, presentabile, proprio adatta per questa società di corrotti e depravati più di noi.
- Beh se è per questo, e se per caso dovesse riferirsi alla mia integerrima persona, lo sa bene don Alfonso che io i miei impegni li rispetto alla lettera.
Ci può mettere pure la mano sul fuoco che io, fedelissimo sono e sarò sino alla morte, con chi mi ha permesso di raggiungere certi livelli sociali e politici in questa società che pensa solo ad arricchirsi con truffe, rapine, imbrogli e latrocinio vario.
- Se devo essere chiaro e tondo, beh... la mano sul fuoco gliela dovrà mettere, semmai lei.
Non vorrei che voscenza per una pazziata qualsiasi, strada facendo dovesse smarrirsi e confondersi, magari… che so, montarsi la testa…
Volevo dire… dovesse cambiare idea e scordarsi del bene che le abbiamo fatto!
- Questo mai don Alfonso!
Non dica queste cose perché altrimenti mi offendo.
Quello che ho promesso a voscenza certamente che lo farò!
Eccome!
Non solo, ma con sempre il mio più vivo ringraziamento, la profonda devozione e riconoscimento.
I patti sono patti, e si rispettano.
Altro che!
- Bene, staremo a vedere, perché noi, lo sanno tutti, che teste calde diventiamo quando ci fanno perdere il lume della ragione e poi… c’è chi dice che la vendetta la serviamo su un piatto rigorosamente freddo.
Ma che vuole onorevoluzzo mio, queste sono dicerie e chi vuol crederci ci creda.
Noi sempre qua lavoriamo, con scrupolo e coscienza, per fare quello che ci tocca fare, con le buone o le cattive.
Per il resto, cristiani come tutti gli altri siamo!
Proprio di carne e ossa, con i pregi e difetti.
Comunque questo non è di sicuro l’argomento che mai faremo con voscenza.
Piuttosto mi dica, adesso quali sono i suoi progetti?
Ha in testa qualcosuccia da fare in Parlamento?
- Adesso vedrà don Alfonso che col mio impegno di parlamentare alla capitale, a Roma, quante cose cambierò….
Farò il diavolo a quattro!
Tutti mi dovranno sentire e in questo modo guadagnerò considerazione e apprezzamento.
Ho tanta frenesia in corpo che neanche immagina!
Mi prude il cervello dalla voglia di fare e strafare quanto prima.
Non vedo l’ora di iniziare e mettere subito le mani in pasta.
Voglio recuperare, possibilmente, il tempo perduto che ho dovuto trascorrere guardando dalla finestra tante cosiddette persone per bene, o meglio degenerate, rubare alla semplice luce del sole e alla faccia dei benpensanti.
E voglio arricchirmi subito e tanto!
Sì, glielo dico proprio spudoratamente a voscenza perché neanch’io ho peli sulla lingua.
Mi voglio rimpinguare le mie tasche alla faccia di tutti gli altri filibustieri e profittatori che si sono serviti prima di me e meglio.
C’è tanta ricchezza in giro e non è giusto che la torta la mangino solo quei soliti pochissimi politici, mentre a noi tocca semplicemente guardarli riempirsi la pancia.
È arrivato il tempo che pur io mi sieda sul tavolo del potere e mi sazi tanticchedda come gli altri mangioni.
E anche voi avrete la vostra parte, secondo quelli che sono i vostri progetti, s’intende!
Che fa, sto dicendo per caso un’emerita fesseria?
Non ho forse ragione don Alfonso?
Si sa che zucchero non ha ma guastato bevanda.
Ed io la bocca amarissima me la sento, e perciò me la devo per forza addolcire altrimenti che ci sto facendo in questa società corrotta?
Appena mi siederò sul banco dei deputati….
- Calma e sangue freddo onorevole mio!
Con questa smania addosso che ha, deve stare attento che rischia di bruciarsi almeno il sedere.
Glielo sto dicendo per il suo bene!
Una calmata si deve dare!
Non è che si deve fare accecare dall’arricchimento facile e immediato!
E qui casca l’asino, con tutto il rispetto che le porto!
Ma come ragiona amico mio?
Ancora deve riscaldare i motori e già pensa di essere arrivato al traguardo?
Sapesse quanti avvoltoi ci sono e che stanno osservando come voscenza si muove per starle addosso e succhiarle il sangue vivo!
Altro che!
Neanche se lo immagina.
Se non si guarda attorno con attenzione e scaltrezza quelli, prima che voscenza muove un passo, lo hanno già sbranato e distrutto senza che se ne fosse accorto.
Se voscenza non disturberà l’atmosfera e non darà fastidio agli altri; se tirerà a campare come se niente fosse, allora potrà durare la sua carriera politica.
Altrimenti se si azzarderà a muovere le acque, insomma a fare casino, il borioso, il pretenzioso e il guastafeste, lo sa che ci succede alla sua illustre persona?
Dopo aver trovato nell’arco della sua esistenza una qualsiasi fesseria da lei compiuta, l’accuseranno e la inchioderanno per chissà quale recondito delitto.
E se non la trovano montano, lo stesso e per bene, uno scandalo proprio con le cimici, microspie e se occorre pure con microcamere, facendola parlare per come vogliono loro, proprio come quando è a casa sua, tranquillamente e liberamente.
Riusciranno a montare un bel complotto in men che non si dica.
Proprio confezionato e organizzato a puntino da esperti consiglieri disonesti e con l’aiuto della misera gente che per poche lire è capace vendere pure la propria madre, giurando e spergiurando il falso.
Mi ha capito amico mio giovincello della politica?
Ma lei queste cose le sa, oppure è un emerito sprovveduto?
Peggio per voscenza se non aprirà gli occhi.
Così la fottono.
E lo faranno per bene con tutte le sante regole e distruggendola, la leveranno in quattro e quattr’otto dalla circolazione, della scena politica e pure definitivamente.
La possano pure accusare, per esempio per il reato di voto di scambio… come nel nostro caso…
S’accorge com’è facile inchiodarla?
Basta assoldare un losco pentito!
Creda a me, ci vuole proprio niente per quei politici di professione a toglierla di mezzo, a distruggerla completamente se capiranno che vorrà fare la prima donna, il primo ballerino, l’étoile nel palcoscenico della politica o ancora peggio, mangiare nel loro stesso piatto.
Si sta accorgendo con le mie sacrosante parole, che la frittata è facile farla e conzarla per benino a sue spese.
- Mih… davvero mi dice?
Non credo che voscenza mi sta facendo spiare con microspie e chissà quale altra diavoleria?
Che mi vuole fare scantare?
Per carità don Alfonso, non è che vuole danneggiare la mia buona reputazione?
- Tranquillo onorevole mio!
Noi non abbiamo bisogno di microspie o affari del genere per fare il servizio che vogliano.
Ci basta pochissimo, glielo assicuro io!
Un semplice piccolo “boom”; un insignificante botto, scoppio, un’esplosione come tante altre insomma, e tutto viene sistemato e sparisce in aria nel nulla, come polvere distrutta dalle fiamme che tutto cancella ed elimina ogni prova.
Si rilassi amico mio perché con noi, sicurissimo deve stare come un bambino in una culla dorata o tra le braccia della sua mamma.
Veda, adesso che è entrata con tutta la sua onorabilità nella politica, un consiglio spassionato le voglio dare!
Proprio perché le voglio bene come un padre e poi perché ci serve per i nostri affari.
Non si monti la testa per carità, e si guardi bene le spalle!
Deve tenere gli occhi costantemente aperti perché quelli, mi riferisco i suoi antagonisti, gli avversari politici, gli sorrideranno sempre di davanti, ma se lo vogliono, trameranno la sua completa demolizione politica e la sua distruzione come uomo e professionista.
Quanto prima, appena darà tanticchedda di fastidio, la elimineranno con tutti i santi crismi del caso.
Le dico questo perché queste cose le sappiamo, le viviamo e le applichiamo anche noi a chi ci pare a piace, per togliercelo semplicemente dalle scatole.
Per fortuna che voscenza ha avuto l’accortezza di allearsi e cercare appoggio, sostegno con la nostra autorevole persona.
Almeno in questo è stata furba.
Quantomeno quei famelici avversari che avrà attorno, mi riferisco non solo ai rivali del suo partito ma soprattutto a quelli che le staranno vicino e accanto battendole le mani, avranno l’accortezza di non disturbarla eccessivamente.
Chi vorrà infastidirla, intralciarla, dovrà fare i conti con noi.
Deve sapere però un sacrosanto principio che vige in quegli ambienti di potere, che deve tenere a mente e imprimere come regola fondamentale.
Chi desidera fare carriera in politica, non dovrà mai sbrodolarsi per i voti presi in campagna elettorale.
Se non ha le spalle coperte e sostenute dal potere che le viene dall’alto, meglio dire dai potenti se non potentissimi di Roma oltre che da noi, non potrà neanche avere il permesso di pisciare liberamente.
Se si sentiranno esclusi, faranno di tutto e trameranno per annullarla completamente e per sempre dalla scena politica.
Che cosa si è messo in testa amico mio, qualche falsa illusione?
Che minchia pensa, che essendo stato eletto con tantissimi voti, di avere conquistato il mondo e di esserne il padrone?
Amico mio illuso è voscenza, perché non si è reso conto che l’ostacolo iniziale della sua elezione è soltanto il primissimo banalissimo scalino per iniziare la lunga e faticosa ascesa nel mondo della politica.
I grossi capibanda, onorevoli deputati e senatori che hanno svolto questo mestiere sin da sbarbatelli e sanno quanto è costato raggiungere i loro livelli di ministro, vice ministro, dirigete, Presidente di questo o quell’altro ente pubblico danaroso e bancario, crede che le daranno il loro spazio conquistato col sangue?
Se pensa questo, è un povero illuso, che non ha capito un cazzo della vita pratica, tantomeno politica.
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alla prima lettura ero intento a verificare altre cose