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Marco e Giulia

Giulia ha insistito così tanto, Marco non era affatto d'accordo, gli sembrava stupido e inutilmente pericoloso, ma un escursione sorvegliata da addetti ai lavori alla fine non poteva riservare spiacevoli sorprese, così almeno sperava.
Lasciarono i loro rispettivi compagni in hotel, e si imbarcarono in questa strana avventura, nonostante si conoscessero da soli 3 giorni, Giulia era bella, di una bellezza così normale che spiazzava, non si scorgeva nessun particolare punto di forza, ma l'assieme lasciava comunque l'osservatore incapace di staccargli gli occhi di dosso.
L'entrata della grotta era spettacolare, un enorme buco sul fianco della montagna, che dopo pochi passi sprofondava nelle sue viscere come ad ingoiarti, entrambi restarono spaventati ed affascinati, lei gli pizzicò il braccio mentre saltellava eccitata come una ragazzina, non se ne accorse nemmeno, Marco incassò sorpreso, ma non disse una parola, pagò i due ingressi e furono inghiottiti in un boccone.
Si accorsero subito di essere vestiti nel modo sbagliato, l’aria era fredda in modo pungente, e Giulia
Indossava una maglia sbracciata che le accarezzava il corpo dolcemente, ed ora la sua sensazione di freddo
Era palesemente evidente, Marco finse imbarazzato di non accorgersene, ma fu nuovamente investito dal
Suo entusiasmo, mentre lo trascinava oltre una corda di protezione, un cartello indicava senza ombra di dubbio “ zona vietata “ , ma se avventura doveva essere, quello era il modo più giusto e stupido.


Si guardarono intorno in maniera complice, nessuno li stava guardando, così sparirono velocemente oltre
Il cordone di sicurezza, il budello in cui si esano infilati perse presto di luminosità, ma non volevano farsi scoprire, così evitarono di farsi luce con i cellulari, ad ogni passo i rumori della gente alle loro spalle si facevano più fiochi, e con la stessa intensità la caverna cominciava a parlare con loro.


Marco cominciò a sentirsi a disagio, e l’euforia di Giulia iniziava a vacillare, ormai era buio pesto, si sentiva
l’acqua scorrere lungo un parete, come un trasudo costante della roccia, lei allungò la mano che si bagnò,
spaventata si voltò urtando contro di lui, sentì le sue braccia forti stringerla per paura che potesse cadere all’indietro, Giulia restò impietrita, i suoi seni puntavano contro il suo petto, e senza pensare lo baciò,
lo baciò come se si fossero sempre appartenuti, come se da quel bacio dipendesse tutto il loro mondo,
il tempo si fermò complice, così che un istante fosse tutta l’eternità, poi una torcia squarciò il buio
e la voce di un vigilante fece lo stesso con il silenzio, le labbra si separarono riportandoli indietro,
Giulia si liberò dalle sue braccia e corse via, ignorando i rimproveri dell’uomo visibilmente irritato.


Marco si passo la lingua sulle labbra, come a catturarne un sapore che sapeva non avrebbe più assaggiato,
si voltò dandole il tempo di correre via, poi fu investito dai rimproveri e chinando la testa accettò la ramanzina.


Prima di lasciare quel posto testimone di un momento privo di ogni ragione, si voltò, ma non poteva memorizzarlo, era solo buio, il buio più dolce della sua vita.




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Opera scritta il 10/10/2017 - 12:18
Da FABIO QUERO
Letta n.968 volte.
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Commenti


Bravo, ben scritto, scorrevole e sul finale cattura il lettore nel bacio!

Grazia Giuliani 10/10/2017 - 19:55

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Mi è piaciuto questo racconto di una gita alla ricerca di emozioni forti e di emozioni forti parla anche il finale con quel bacio improvviso. Bel racconto. Giulio Soro

Giulio Soro 10/10/2017 - 18:02

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