OPERA

IL CANCRO E’ UN CLANDESTINO

Di primavera l’equinozio mi intiepidisce il viso;
mi è ebete il sorriso.
Un frettoloso spazio del mio tempo
per un controllo programmato.
Fugace è il mio proposito,
come il pensiero volto ad un estraneo
che mai verrà a conoscermi, nonostante esista.
Ma questa volta ha voluto stupirmi
…senza preavviso, è giunto a visita…
Mi ha colta impreparata;
neanche era gradito…
“ Ora lo ignoro! “ , ho pensato…
ma il mio volere non l’ ha considerato.
Si è impossessato della mia dimora,
prepotente,
invadente,
e come “ lui “sa fare, si è infiltrato.
Un inquilino profittatore di innocente distrazione
per occuparne alcuni anfratti,
per divenirne lui il padrone.
Ma nulla ha potuto!
contro il tempo vittorioso,
l’amore dei miei cari,
e se ne è andato…
E’ morto avvelenato
…oppure si è sopito.
L’ ho sfidato alla roulette russa
“ ho vinto!”
oppure mi ha beffato…
Forse tornerà,
quando ogni piccola nicchia della mia dimora
sarà solo una cantina di ricordi.
Non mi troverà più impreparata.
L’ accoglierò nella mia scarna carcassa tarlata
…periremo insieme…

( Paola Mastandrea )

Opera scritta il 17/01/2019 - 09:20

Da paola Mastandrea

Letta n.942 volte.

Un avvenimento affrontato con lo stesso coraggio col quale è stato descritto.
Un raro esempio di equilibrio mentale, nonostante tutto! I miei infiniti complimenti! Saluti sinceri!

John Sirrom 18/01/2019 - 08:35

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PAOLA....Terribile argomento, ho paura persino a pronunciarne il nome. Eppure è stato un mio inquilino aveva appena appoggiato la punta del piede nella mia casa ma è stato subito cacciato. Ho rimosso l'accaduto e voglio pensare solo alle cose che mi fanno felice. Arguta descrizione scritta bene, hai tutta la mia comprensione.

mirella narducci 17/01/2019 - 13:54

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