Triste, reale ed amara,
Allontana la battaglia di confine dell'addio,
Contro il povero io.
Un limite sottilissimo, fragile e labile,
Dove inciampare diventa facile,
E magari atteso,
Non c'è il vincitore che non abbia mai perso.
Predilige amare la vita,
O liberarsi dal mal di vivere facendola finita?
Il presupposto di stare meglio si trasforma in un obbligo; amare.
La grande fame che non si può sfamare.
Il colore apparentemente caldo muta nella frustrazione,
E non allevia minimamente la questione.
Egli, povero eroe,
Non è dotato della facoltà di poter provare la sensazione di conforto,
Né dipingere un patto d'equilibrio tra benessere ed il dolore contorto.
Ritrovasi, nell'agonia, ad osservare a lungo il tempo,
Unendosi lentamente alla bellezza scendente dal cielo sospinta dal vento,
Annaspa tra le goccioline della foschia rinfrescando sé stesso ed il domani,
Senza sapere, nemmeno, se per lui c'è ne sarà un altro senza i dani.
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