Quelli ch'io vedo, affacciandomi alle finestre
della tua anima.
Gli occhi diventano puro sguardo, sinestesia
ed impeto, rimandano a qualcos'altro.
E tutto diviene
immagine di qualcosa.
Limitati come un piccolo specchio d'acqua,
ma portano il segreto inafferrabile
di un'umanità inviolata.
Dopotutto, sei quello ch'io amo
così inumanamente.
Gli inesplorati angoli di uno scorcio
non toccati dalla violenza della luce.
La coltrice di buio che si appanna
sui vetri che ci separano
durante il giorno.
Prima di tutto, sei ciò ch'io adoro
così tremendamente.
La metafora che ancora mi manca.
La sensazione inspiegabile a cui eternamente ambisco.
della tua anima.
Gli occhi diventano puro sguardo, sinestesia
ed impeto, rimandano a qualcos'altro.
E tutto diviene
immagine di qualcosa.
Limitati come un piccolo specchio d'acqua,
ma portano il segreto inafferrabile
di un'umanità inviolata.
Dopotutto, sei quello ch'io amo
così inumanamente.
Gli inesplorati angoli di uno scorcio
non toccati dalla violenza della luce.
La coltrice di buio che si appanna
sui vetri che ci separano
durante il giorno.
Prima di tutto, sei ciò ch'io adoro
così tremendamente.
La metafora che ancora mi manca.
La sensazione inspiegabile a cui eternamente ambisco.
Opera scritta il 25/10/2019 - 09:29
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Commenti
Molto bella
Mirko (MastroPoeta) 25/10/2019 - 17:05
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Scorci che ,finché saranno intraducibili,manterranno il loro straordinario fascino!
Anna Maria Foglia 25/10/2019 - 10:45
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