Alla memoria di Gigi Proietti
NE Re ,ne corona,
non seta, palazzo ,
e Tiara del bianco padre,
eppur fosti la maestà del popolo.
Un pianto si leva da Roma Novembrina,
quella bell 'urbe tanto amata
dei giorni mortal;or ti saluta.
Mira gli alti obelischi ,
le mura possenti ,
l'ombra del Colosseo ,
la severità degli imperatori.
Or la ghirlanda d'alloro si tolgono
al tristo feretro che innanzi gli para .
Roma e figli tuoi,or
un altro tuo eletto si diparte,
sona all' uninsono le tue campane,
le tue trombe come un di'
furono vanto dei vincitori ,
siamo da trapasso a chi
Con l 'arte sua t 'ha fatto brillar
d' orgoglio.
Dal palco ligneo ,
quanti ne facesti beffa ,
del poter dell.intoccabil casta
ma non per incendiar gli animi
Inver scroscio di lieto plauso .
Il vero attor cone camaleonte
entra e si fa proprio quel che crede.
Inver e' il tempo del tuo riposo
dal lungo teatrare,
Togli il pesante trucco ,
la cipria, la cera.
Qui ve' solo um uomo ,
al suo tratto con l'ultimo
atto della storia carnale ,
con la morte non puoi esser
beffardo .
Ella reclama quel che vole.
Ai pie' di Cristo,
Tra incenso e un amen
assisti al pianto
dei fedeli.
No ,non lasciate che salga al sommo seggio
Con questa nenia di dolore,
ma vi rassereni il viso
che del dolce giubilare
ne fece arte della vita
Corrado cioci
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