Batti e batti sul ferro ancor caldo,
non ha un'anima se non quel che tu infondi .
Brace ,calore nell',angusta fucina
cadon gocce di sudore,
S' imbrilla la fronte ,
par quasi un cielo autunnale ,
pronto al fortunale.
Quanta passione nel corpo vibra,
quand'e che da nuda forma .
prende vita tua creatura.
Son scintille sull' arido metallo
che mal si piega al tuo volere ,
riottoso piega le membra,il corpo.
Arte antica li rinnova.
Efesto ti fu maestro!
Il buon gigante ancor si lagna ,
alla tartarica rocca avvolto.
Del foco ci fe omaggio ,
al diniego del dio falso e bugiardo .
Ma tu artigiano del vinto
metallo in me ti raffiguri,
ed io te mi specchio.
Noi creatori da materia informe,
lavoriamo e diamo vita ,
quel che il nostro amor produce .
Lavori di incudine pesante ,
martello,sull altro rimbombante ,
a far della lastra vivida sostanza.
La pinsa s' arrossa nella fiamma ,
e non combusta la rozza mano ,
che s 'adopera alla fattura.
Così tal mi vedo,
nulla creo ma dalla carta tiro fuori
quel che nasconde .
Cesello i miei versi,
che veloci corrono
In .libero andare
l' un con l altro .
E s' uniscono in dolce
melodia in melodiche
strofe.
Oh mio dolce fiume
del bel rimar,
mi sei conforto in un mondo
buio,
In giorni.pigri.
Come ribolle il mio
ardor fi far con l 'estro
dato in culla ,
nuovi canti ,
di cordial natura
Corrado cioci
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