C’è più spazio nelle nuvole
che dentro i cuori
dei demoni che si contorcono,
dove al chiarore del lampione
di sale è la loro fine.
Le vie indefinite si ridefiniscono
in molteplici adesso,
come il pungiglione
di un ape ammaestrata
a rosicchiare il tempo.
che dentro i cuori
dei demoni che si contorcono,
dove al chiarore del lampione
di sale è la loro fine.
Le vie indefinite si ridefiniscono
in molteplici adesso,
come il pungiglione
di un ape ammaestrata
a rosicchiare il tempo.
Non v’è punto in cui
la mia flebile luce
assissta allo sgusciarsi
della sprezzante morte
del giocondo spirito,
ma l’ascia ha tranciato
di netto
il petto della succube.
Questi riti incombono
sulla mia giovinezza
come quando dal cielo
piombò su di me
l’argenteo spicchio
del sole stellare.
Nulla avviene intorno
all’invisibilità del momento,
sapendo di morir
sotto una sconfinata
brezza celeste.
Opera scritta il 10/07/2014 - 16:28
Letta n.1319 volte.
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Commenti
Ti ringrazio Carla :)
Lorenzo Arcaleni 12/07/2014 - 10:36
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lirica intensa e bella anche se velata di sofferenza... il mio plauso
Carla Composto 12/07/2014 - 10:12
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