Improvvisamente fu la luce su tutto il mondo antico che avanzava dissipando i favori della vita e auspicava il passaggio da un'era di metallo a un'era di pace.
In cielo ci fu una grande esplosione e i due pianeti si allinearono innamorandosi delle rispettive traiettorie.
Giove entrò in Saturno proprio come aveva predetto un'antica leggenda, e lo spazio vuoto si macchiò di stelle vergini e di riflessi dorati disposti in un quadro di immane bellezza e imperscrutabile disegno.
Quel disegno era destinato ai pochi che nella valle del vento silenzioso meditano nella posizione del loto.
La valle dei saggi. La valle degli anacoreti. La valle dei giusti.
I tre uomini si svegliarono improvvisamente accolti da una fiamma bluastra che emanava bagliori caldi e sensazioni di maternità. Quella luce così abbagliante eppur visibile a occhio nudo puntava verso i confini del paese, in terre desolate e per nulla ospitali.
Il viaggio era arduo, difficile. La posta in gioco andava ben al di là dei loro umili servigi.
Ma le grandi storie, si sa, sono fatte di sacrifici e di gesti di altruismo supremo. È l'amore che guida i veri rivoluzionari, coloro che conducono il mondo per mano con animo sincero e deciso, senza mai perdere la tenerezza.
La notte era fredda e il deserto tiepido e soffice sotto i loro piedi scalzi. Le ultime tempeste avevano rivoltato la sabbia come un guanto e i nuovi granelli erano così lucidi che a tratti non era facile distinguere il cielo dalla terra.
"Come è in alto così è in basso".
Secoli e millenni legati tra loro da un comune filo nascosto: il filo d'oro della Sapienza.
I tre saggi avanzavano lungo la strada delle ombre mentre in lontananza più di un fuoco di bivacco si stagliava minaccioso oltre le cime delle dune. I soldati davano alle fiamme tutto ciò che incontravano sul loro cammino risparmiando la vita solo a chi era in grado di pagare.
I tre avevano dalla loro il Grande Libro della Natura come protezione dalle cose cattive del mondo. Nel Libro erano riportati i segni del prodigio e i codici per decifrare i pianeti. Giove e Saturno, con Marte in avvicinamento, indicavano l'annuncio della nuova era: l'Era dei Pesci. L'ultimo gradino delle trasmutazioni da un corpo all'altro in linea ascendente, dai primi profeti sino all'avvento dell'Uomo Nuovo.
I saggi percorrevano le sponde del grande fiume fertile senza fretta, come se il tempo fosse diventato una variabile invisibile. Le ore si trasformarono in gocce d'aria che evaporavano dall'acqua e si congiungevano con le nuvole. Digiuni da molto tempo, mangiarono datteri succulenti e si dissetarono nei laghi freschi che le oasi offrivano.
Dopo tanto e inafferrabile cammino giunsero alle porte di una vasta città. Non c'erano luci e non si udivano canti di festa né si percepivano le voci dei bambini giocare in strada. Su tutto sembrava incombere una vecchia maledizione, una di quelle infezioni virali che divorano il corpo perché lo spirito è avvizzito da tempo.
Aggirarono la città, facendo ben attenzione alle guardie appostate sui torrioni di vedetta, e alla fine di una lunga salita si trovarono di fronte a uno scenario di morte profonda.
Di lì in poi il deserto cedeva il passo a una vasta depressione rocciosa simile a un immenso cratere lunare. Dal cielo, un raggio di colore rosso si staccò dalla grande luce e finì proprio dove la loro vista non riusciva ad arrivare.
Fu il segno.
L'inizio di ogni cosa così come la conosciamo.
Il viaggio ebbe successo e diversamente non poteva essere.
Alcune vicende sono inevitabili come il cambio delle stagioni, l'alternarsi del sole e della luna, il mutare delle maree, l'amore sacro di una madre e il coraggio senza macchia di un padre.
Ciò che accadde quella notte accade ancora nei cuori di coloro che amano e che cercano una luce nell'oscurità.
In cielo ci fu una grande esplosione e i due pianeti si allinearono innamorandosi delle rispettive traiettorie.
Giove entrò in Saturno proprio come aveva predetto un'antica leggenda, e lo spazio vuoto si macchiò di stelle vergini e di riflessi dorati disposti in un quadro di immane bellezza e imperscrutabile disegno.
Quel disegno era destinato ai pochi che nella valle del vento silenzioso meditano nella posizione del loto.
La valle dei saggi. La valle degli anacoreti. La valle dei giusti.
I tre uomini si svegliarono improvvisamente accolti da una fiamma bluastra che emanava bagliori caldi e sensazioni di maternità. Quella luce così abbagliante eppur visibile a occhio nudo puntava verso i confini del paese, in terre desolate e per nulla ospitali.
Il viaggio era arduo, difficile. La posta in gioco andava ben al di là dei loro umili servigi.
Ma le grandi storie, si sa, sono fatte di sacrifici e di gesti di altruismo supremo. È l'amore che guida i veri rivoluzionari, coloro che conducono il mondo per mano con animo sincero e deciso, senza mai perdere la tenerezza.
La notte era fredda e il deserto tiepido e soffice sotto i loro piedi scalzi. Le ultime tempeste avevano rivoltato la sabbia come un guanto e i nuovi granelli erano così lucidi che a tratti non era facile distinguere il cielo dalla terra.
"Come è in alto così è in basso".
Secoli e millenni legati tra loro da un comune filo nascosto: il filo d'oro della Sapienza.
I tre saggi avanzavano lungo la strada delle ombre mentre in lontananza più di un fuoco di bivacco si stagliava minaccioso oltre le cime delle dune. I soldati davano alle fiamme tutto ciò che incontravano sul loro cammino risparmiando la vita solo a chi era in grado di pagare.
I tre avevano dalla loro il Grande Libro della Natura come protezione dalle cose cattive del mondo. Nel Libro erano riportati i segni del prodigio e i codici per decifrare i pianeti. Giove e Saturno, con Marte in avvicinamento, indicavano l'annuncio della nuova era: l'Era dei Pesci. L'ultimo gradino delle trasmutazioni da un corpo all'altro in linea ascendente, dai primi profeti sino all'avvento dell'Uomo Nuovo.
I saggi percorrevano le sponde del grande fiume fertile senza fretta, come se il tempo fosse diventato una variabile invisibile. Le ore si trasformarono in gocce d'aria che evaporavano dall'acqua e si congiungevano con le nuvole. Digiuni da molto tempo, mangiarono datteri succulenti e si dissetarono nei laghi freschi che le oasi offrivano.
Dopo tanto e inafferrabile cammino giunsero alle porte di una vasta città. Non c'erano luci e non si udivano canti di festa né si percepivano le voci dei bambini giocare in strada. Su tutto sembrava incombere una vecchia maledizione, una di quelle infezioni virali che divorano il corpo perché lo spirito è avvizzito da tempo.
Aggirarono la città, facendo ben attenzione alle guardie appostate sui torrioni di vedetta, e alla fine di una lunga salita si trovarono di fronte a uno scenario di morte profonda.
Di lì in poi il deserto cedeva il passo a una vasta depressione rocciosa simile a un immenso cratere lunare. Dal cielo, un raggio di colore rosso si staccò dalla grande luce e finì proprio dove la loro vista non riusciva ad arrivare.
Fu il segno.
L'inizio di ogni cosa così come la conosciamo.
Il viaggio ebbe successo e diversamente non poteva essere.
Alcune vicende sono inevitabili come il cambio delle stagioni, l'alternarsi del sole e della luna, il mutare delle maree, l'amore sacro di una madre e il coraggio senza macchia di un padre.
Ciò che accadde quella notte accade ancora nei cuori di coloro che amano e che cercano una luce nell'oscurità.

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