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Gesù

Mi deterioro davanti al Tuo affanno
cresce dai rami di un Eden in necrosi
che mi prende e mi sorregge oltre la porta di quel Costato
che è bocca di padre e cuore di madre
E Tu mi fissi dalla frescura dei giorni che si sono divelti
come è divelto ora questo mio stanco dire
Ho forse preso ogni accusa
l'ho rimuginata e poi l'ho tradita
mettendola al bando di spinosi insulti
e mi hai lasciato un sussulto di sangue
si è insidiato sulle mie spalle
ha costruito la sua croce
ma non come quella che Ti rese Re
e Ti portò al mio cuore
È avida e mi piega
mi denuda di ogni fiato di ogni parola
che vorrei dirti tra i tuoi capelli di quercia
Mi abita tutta una sofferenza nella via che si fa stretta
e non Ti vedo nel buio come vorrei che fosse
Ma questa religione che mi prende
non è altro che la luce del Tuo respiro
che oggi mi assorbe alla Grazia


Perdo la fame l'ipocrisia e mi nutro di Te




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Opera scritta il 11/08/2014 - 04:22
Da LUCA SANTO
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