Oh povera casa decrepita, cadente ,
al tempo vinta, miri in terra tua vernice,
che muta accoglie come antica pelle
D' intorno un prato rinverdito di ortiche iperico
e soffione.
Per cielo un tetto di stelle , perduta dimora.
Ma un tempo il cotto ricopriva il calpestio,
marmi stucchi , cristalli lucenti la tua belta'.
Filtrava la luce del giorno
e le nitenti finestre
si sposavano con il sole
Morbide tende al vento come vele di mare,
l 'aere era pregna di lavanda
di fiori odorosi.
Il vociar serbi nelle umide mura.
Qual fanciulla cantava in maggio la primavera?
Quale madre accudiva i pargoli festosi di
giocar tra l 'erba?
Quanti sogni avresti a dir se avessi favella!,
di sposi ardenti di figli futuri.
Pur la morte di chi visse ricordi .
Le lacrime si mescolano al gocciar d 'interno.
Cosi pur le glorie umane invero,
al trionfo la fortuna sempre ballerina,
si volta e allor si cade al fondo.
Vecchiezza e compianto
ci accompagnano
fino all' ultima alba.
Ma tu dolce alloggio che ora non sei piu adorno ,tutto tace,
ti rimane solo un pallido rimpianto.
Corrado cioci
Voto: | su 1 votanti |
I miei complimenti all'autore di questa fantastica poesia che mi ha colpito moltissimo! Grazie di averla condivisa in questo salottino di Oggi Scrivo.
Chapeau!