Scheletrica, filforme compare ,
nella foschia
del mattino sotto l' urlo delle onde
errabonde,
una donna di nera veste coperta
di tristezza
piena ed il viso rigato da pianto.
La pelle scavata dalla mesta goccia,
qual il fiune piega la pietra ,
la rode vince e sccorre.
Mira di lungi ,
ove il gonfior dell mare sfiora
il ciel un di senza sole
e nuvole che attendon
solo di riversar la piova.
Ispera di riveder quel dolce legno,
lottar coi marosi,
ma salvo alla banchisa.
Poco pesce orben non t' affliger
dolce sposo,
Il focolar t' attende.
Ma il vento sordo spazza
la marina
nn risponde al doloroso vociar
flebil come una candela.
Ah mare infinito mistero gioa e dolor,
per chi tocca il tuo velo.
La chioma odorosa,
stanca scioglie al sibilo
d' Eolo, il cor ama ,
eppur l 'alma dispera,
mai vedra'
nella nuda terra
quelle ossa.
Vaghera nel ventre ,
del crudel subisso
Ancor giovine la donna,
eppur si strugge ,
sfiorisce come rosa,
senz' acqua e vana spe.
Corrado cioci
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