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Il giorno libero - 3

E venne il giorno del terzo incontro, dove davvero c'è stato di tutto, beh, una prima parte molto ridanciana, come sempre ma anche una parte più intensa, seria, raccontandoci le esperienze di lavoro e poi la mia situazione familiare.
Mi ha ascoltato mentre gliela raccontavo, rigovernando.
Ebbene si, le ho detto di farmelo fare, una volta per uno... lei si è fumata una sigaretta e poi è venuta ad asciugare le stoviglie.
Era il suo giorno libero ed ancora mi ha sorpreso, stavolta ha cambiato anche il menù in corsa.
Come sempre le avevo detto se ci si rivedeva. Che si andasse a casa sua era scontato, o mi è sembrato.
Magari, le avevo detto che avrei portato qualcosa di pronto e ce lo saremo mangiato.
“No, non portare niente, porta il vino, arrangio qualcosa, … per esempio primo piselli e salcicce, poi dolce all'ananas... fatto da me.”


Poi durante la notte di lavoro, conversando in chat mi ha detto: “ci ho ripensato, faccio un piatto tirolese, ti va?”
Da parte mia per rendere la cosa simpatica le avevo detto che portavo l'occorrente per la rigovernatura guanti e asciughino... oltre il vino, ed anche le bolle di sapone, per sollevarsi nei momenti tristi...
Così è stato. Beh oggi era proprio carina, maglioncino nero e foulard colorato, jeans scuri e scarponcini neri. Poi il menù richiedente più tempo: gnocchetti di spinaci speck e gorgonzola, due vassoi di tartine, dolce, poi prosecco di accompagnamento
“lo bevi, o poi al lavoro hai problemi?”
“Lo reggo, lo reggo.”
E caffè.


Stavolta una conversazione più varia, divertente la prima parte, poi abbiamo parlato della vita di tutti i giorni, della sua scelta di fare l'infermiera, e mentre rigovernavo della mia situazione familiare, una conferenza sapone, stoviglie e vita.
Mi è stata ad ascoltare e a guardare, dall'altro capo del tavolo, poi una volta terminata la sigaretta, è venuta ad asciugare e abbiamo continuato la conversazione in piedi davanti all'acquaio.


La sensazione è stata di una sformalizzazione maggiore. La prima volta non mi ero alzato e la tenda che separa l'ambiente giorno dalla camera era chiusa, oggi più confidenza anche fisica con l'ambiente... ecco. Era tutto aperto, anche se le finestre erano chiuse per la pioggia.


Mi sono aggirato nella stanza.
Come sempre ripensandoci, poi, un’impressione ancora più favorevole.
C'è da dire che la situazione è anche resa piacevole da quel che di limitata trasgressione, dovuta anche al solo fatto di fare una cosa di nascosto.
Per me eh?
Lei può farlo non deve renderne conto a nessuno.


Rimane, certo la domanda del perché, a parte il passare del tempo insieme che, a me va più che bene anche così, ma sarà questa anche la sua, o solo la sua, di motivazione?
Forse tutto sommato non ho una grande opinione di me stesso, e mi stupisce questo suo fare, molto disponibile a impegnarsi per ospitarmi... sarà che mi colpisce che qualcuno sia li ad aspettarmi, dopo che ha cucinato per me.


Alla fine mi ha dato una parte del dolce che era rimasta. Sono uscito però con una sensazione che un paio di volte volesse dirmi qualcosa, ma si sia fermata, non so, è che quando parlo... ma forse era solo una sensazione.




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Racconto scritto il 08/02/2024 - 14:16
Da Beppe Billi
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