Forneria Addiaccio
Si era trasferito per le notti brighelle di città e i giorni, solo, troppo...
non troppo malsano da avvalersi di cure a ufo, ma fin troppo per aver concessa un'occupazione manuale.
Lui, senza diploma.
Troppo indigente per potersi garantire due pasti, e troppo poco disgraziato per essere accolto alla mensa dei poveri.
Quasi l'ultima sera dell'anno.
A mezzo ferrovie, solo andata, era sceso con un involto da bagaglio nella piccola stazione, che la campana della chiesa batteva undici rintocchi.
Briga Alta nella provincia di Cuneo, ma nel pensiero e d’indole ligure, di una decina d’anime in inverno che giungon a quarantadue quando i brigaschi fan ritorno nel paese natale.
Finì per accontentarsi, e ne fu fin lieto, nel trovar riparo per la notte sotto la gerla accanto all'insegna spenta dell'unico fornaio.
Due ragazzetti giocavano a lanciare palle di neve, i fiocchi ora più copiosi si infilavano negli intrecci del vimini.
Una donna avanti d'età, forse nonna delle creature che nel mentre s'eran messe a improvvisare un pupazzo, mossa a pietà da quella figura a metà tra presepe e miseria allungò mille lire tra gli orditi.
Vide la scena qualche d'uno dall' altro capo della strada, e si guardarono costui e quello uscito dalla gerla. Da dietro gli occhiali appannati riconobbe un gendarme (pensò a quell'espressione, non distinguendo poliziotto da vigile urbano) e si alleviò in cuor suo.
Ormai vicino, gli apostrofò l'agente "Si ritenga grato ch'io stia lasciando anche troppo andare... ma è per noi tutti il 31 dicembre. Non la metterò in stato di fermo per vagabondaggio, ma scriva le sue generalità qui, dietro il libretto delle contravvenzioni. E si trovi un posto in cui stare”.
La sorte alle volte fa dell’ironia e dietro al libro terzo, se vi fosse stato concesso dar una sbirciata, avreste potuto veder quel tale scrivere tremolante sulla riga del cognome: Natale. E gli avevan messo nome Claus.
non troppo malsano da avvalersi di cure a ufo, ma fin troppo per aver concessa un'occupazione manuale.
Lui, senza diploma.
Troppo indigente per potersi garantire due pasti, e troppo poco disgraziato per essere accolto alla mensa dei poveri.
Quasi l'ultima sera dell'anno.
A mezzo ferrovie, solo andata, era sceso con un involto da bagaglio nella piccola stazione, che la campana della chiesa batteva undici rintocchi.
Briga Alta nella provincia di Cuneo, ma nel pensiero e d’indole ligure, di una decina d’anime in inverno che giungon a quarantadue quando i brigaschi fan ritorno nel paese natale.
Finì per accontentarsi, e ne fu fin lieto, nel trovar riparo per la notte sotto la gerla accanto all'insegna spenta dell'unico fornaio.
Due ragazzetti giocavano a lanciare palle di neve, i fiocchi ora più copiosi si infilavano negli intrecci del vimini.
Una donna avanti d'età, forse nonna delle creature che nel mentre s'eran messe a improvvisare un pupazzo, mossa a pietà da quella figura a metà tra presepe e miseria allungò mille lire tra gli orditi.
Vide la scena qualche d'uno dall' altro capo della strada, e si guardarono costui e quello uscito dalla gerla. Da dietro gli occhiali appannati riconobbe un gendarme (pensò a quell'espressione, non distinguendo poliziotto da vigile urbano) e si alleviò in cuor suo.
Ormai vicino, gli apostrofò l'agente "Si ritenga grato ch'io stia lasciando anche troppo andare... ma è per noi tutti il 31 dicembre. Non la metterò in stato di fermo per vagabondaggio, ma scriva le sue generalità qui, dietro il libretto delle contravvenzioni. E si trovi un posto in cui stare”.
La sorte alle volte fa dell’ironia e dietro al libro terzo, se vi fosse stato concesso dar una sbirciata, avreste potuto veder quel tale scrivere tremolante sulla riga del cognome: Natale. E gli avevan messo nome Claus.
Nella buca della posta, della vostra, in fondo cercando bene troverete una piccola lettera con calligrafia quasi non visibile su carta appena percettibile, dentro solo Auguri dall’uomo che non esiste di questa fiaba inventata di sana pianta, scritta sotto l’albero del Pane di un luogo di fantasia.
-che sia per voi tutti un anno migliore
(da L'anima dell'archetto)
Racconto scritto il 31/12/2024 - 07:02
Letta n.45 volte.
Voto: | su 2 votanti |
Commenti
Complimenti Buon Anno
Barbara Lai 02/01/2025 - 04:03
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Atmosfera da C.Dickens ai giorni nostri.
Caro Babbo Natale prima di andare, lascia un biglietto della Lotteria, non solo gli Auguri nella buchetta della posta, uno piccino e io un lumino sulla gerla per tutto l'anno ti accenderò,cosi sempre a una fiamma ti scalderai. Complimenti!!
Caro Babbo Natale prima di andare, lascia un biglietto della Lotteria, non solo gli Auguri nella buchetta della posta, uno piccino e io un lumino sulla gerla per tutto l'anno ti accenderò,cosi sempre a una fiamma ti scalderai. Complimenti!!
Anna Cenni 31/12/2024 - 13:05
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