Rodenzio Fola (di Anna C. e Mirko D. M.)
Intanto che Tanzia metteva cose dentro le scatole a liberare il garage per l'ormai a ore trasloco del nipote, Tancredi avvolgeva nei fogli di giornale le tazze a forma di pulcini con la gallina-teiera che avevano ricevuto come regalo di matrimonio proprio dalla madre di Rodenzio in arrivo.
Rodenzio, figlio della sorella della sorella di Tanzia non la Gianna ma Savia, aveva chiesto al telefono agli zii solo un posto con una brandina dove stare a scrivere le sue storie.
Faceva fiabe che gli pubblicavano alcune case editrici della provincia, e Tanzia ne andava fiera.
Alzando gli occhi al soffitto basso del garage, la donna vide un foglio appiccicato da una lurida gomma masticata con la calligrafia del figlio della Savia che aveva preso il nome dal Lido di Savio, nota località marina dove era stata a suo tempo concepita.
La scrittura in stampatello era proprio la sua " Quando il cielo diventa rosso, e spesso è così il tramonto, ecco i draghi a scendere....". Poi da una goccia d'inchiostro arancione, una sagoma verde con lingua ed occhi di fuoco.
Strano -pensò Tanzia- quando mai quel piccoletto avrà scritto e disegnato tutto questo?!
Fuori, intanto, il cielo era tutto aranciato sul rosè.
Poi le sovvenne che quando erano stati tutti all'ospedale per un periodo e per il covid, anche la Clara del cinema Perla e il Pellegrino detto Paviano e persino Paltroniero, il ragazzo allora bambino era stato da loro. Tutti tranne la Mariuccia del pianerottolo anche se pareva in fin di vita, ma quella sta così anche se è costipata, e Tancredi che se ne era preso cura.
Avvolgendo l'ultima porcellana, a Tancredi cadde l'occhio su un articolo di marzo 2020 e si lasciò andare su di uno scatolone divenendo pallido in volto. Sapeva bene cosa aveva significato quella data, lui che aveva guardato negli occhi il drago quando la sua Anzina -e lui insieme a lei- aveva combattuto con il virus.
Rodenzio, figlio della sorella della sorella di Tanzia non la Gianna ma Savia, aveva chiesto al telefono agli zii solo un posto con una brandina dove stare a scrivere le sue storie.
Faceva fiabe che gli pubblicavano alcune case editrici della provincia, e Tanzia ne andava fiera.
Alzando gli occhi al soffitto basso del garage, la donna vide un foglio appiccicato da una lurida gomma masticata con la calligrafia del figlio della Savia che aveva preso il nome dal Lido di Savio, nota località marina dove era stata a suo tempo concepita.
La scrittura in stampatello era proprio la sua " Quando il cielo diventa rosso, e spesso è così il tramonto, ecco i draghi a scendere....". Poi da una goccia d'inchiostro arancione, una sagoma verde con lingua ed occhi di fuoco.
Strano -pensò Tanzia- quando mai quel piccoletto avrà scritto e disegnato tutto questo?!
Fuori, intanto, il cielo era tutto aranciato sul rosè.
Poi le sovvenne che quando erano stati tutti all'ospedale per un periodo e per il covid, anche la Clara del cinema Perla e il Pellegrino detto Paviano e persino Paltroniero, il ragazzo allora bambino era stato da loro. Tutti tranne la Mariuccia del pianerottolo anche se pareva in fin di vita, ma quella sta così anche se è costipata, e Tancredi che se ne era preso cura.
Avvolgendo l'ultima porcellana, a Tancredi cadde l'occhio su un articolo di marzo 2020 e si lasciò andare su di uno scatolone divenendo pallido in volto. Sapeva bene cosa aveva significato quella data, lui che aveva guardato negli occhi il drago quando la sua Anzina -e lui insieme a lei- aveva combattuto con il virus.
"Che bello rivedervi, zii..." la voce ormai adulta, Rodenzio era arrivato.
"Roddi, che gioia averti qui" zia Tanzia. E Tancredi "Ben giunto, fiabista" in un grosso sorriso.
"Grazie a entrambi e, zio... se sono fiabe, fiaberanno".
(Le giornate del Tancredi in pensione)
Racconto scritto il 02/01/2025 - 06:09
Letta n.62 volte.
Voto: | su 2 votanti |
Commenti
R di seguito anch'io Francesco, grazie per non perderti nemmeno un'avventura del nostro Tancredi
Mirko D. Mastro 02/01/2025 - 12:46
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Francesco, non sbagli mai un'interpretazione, inizio io a ringraziarti di vero cuore!!
Anna Cenni 02/01/2025 - 12:30
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Possiamo dire che il drago si è manifestato anche fuori metafora...se ho capito bene. Sempre all'altezza e anche di più,
Francesco Scolaro 02/01/2025 - 09:50
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