SALENTO
Sole, mare, vento.
Triangolo di luce,
terra benevola,
bacio e sorriso del sole
filtrante luminoso
fra le fronde degli ulivi.
Suolo e radice
d’antica saggezza,
fra pietre spaccate
dal taglio maestro
si nutre di storia
la parola d’anziano.
Si nutre di storia,
la parola d’anziano,
si nutre di storia
di danza, di festa,
teli bianchi e rossi
offerti volteggiando
al respiro selvatico
di Madre Natura,
anima d’un canto
dolcemente impazzito,
taranta che morde
d’un ritmo lacerato.
E danzano le donne
fra teli bianchi e rossi
Danzano.
E son belle.
Belle di luce,
belle di mare,
belle d’una Madre
che ivi non può morire,
ai tintinnanti campanelli
spirito d’un tamburello.
Danzano le donne.
Danzano
e son belle.
E tu mar di cristallo,
che ti sciogli sulla costa
bagnato nel sole
d’un tramonto d’estate
quadro di sale
e rara meraviglia
talamo ricamato
al greco mosaico
di miti e sognatori,
incanta e persuadi
la fredda mano della sorte,
custodita nel sacro cuore
d’un’opera d’arte
ove d’oro e non di nero
si veste l’orizzonte
benedetto dall'amore
di Ionio ed Adriatico.
16/12/2014
Paolo Muccio © 2014 All rights reserved
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Cara Elisa, grazie anche a te per avermi letto. Spero tu possa scendere presto e vedrai che non rimarrai delusa.
C'è un motivo che mi ha spinto a scrivere sul Salento (è la prima volta che lo faccio). Purtroppo il basso Salento come altre zone del meridione italiano corre il pericolo di trivellazione petrolifera (la fredda mano della sorte / ove d'oro non di nero).
Elisa