POESIA
T’ho appena scritta,
e so già che non sarai più mia.
Generata da memorie silenti,
fecondata nel grembo della mente,
-in calma apparente-
e poi partorita in doglie d’inchiostro.
e so già che non sarai più mia.
Generata da memorie silenti,
fecondata nel grembo della mente,
-in calma apparente-
e poi partorita in doglie d’inchiostro.
E già non sei più mia.
Tuo destino, come un figlio,
esser poi d’altri;
così sciolta dalla penna in lacrime,
parlerai a persone sconosciute;
a chi indulgente t’aprirà la porta,
svelerai poveri frammenti di me.
E non aver vergogna, figlia mia,
a dir chi sono,
mia tenera impronta,
perché tua intima natura,
è d’esser agli altri puro Dono.
Un ultimo abbraccio……….
ora va’:
mai più sarai mia.
Poesia scritta il 16/03/2015 - 11:49
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Voto: | su 2 votanti |
Commenti
Bella davvero. La POESIA ti ringrazia!
Vera Lezzi 16/03/2015 - 19:25
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Molto bella,come i figli anche le opere non appartengono a chi le crea ma si donano con orgoglio a chi le ama,
complimenti
complimenti
genoveffa 2 frau 16/03/2015 - 19:17
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Vero, scrivere una poesia è come partorirla, c'è poi tristezza nel lasciarla andare. Ma, come i figli non sono nostri, così esse saranno figlie di chi le accoglierà. Molto bella! Ciao...
Gio Vigi 16/03/2015 - 18:43
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Hai onorato la Poesia con una bella poesia. Saluti, Fabricio
Fabricio Guerrini 16/03/2015 - 18:36
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Molto bella, delicata e condivido il paragonare le poesie ai figli, Buona serata,
Chiara B. 16/03/2015 - 18:13
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