Gomiti alla finestra,
noi due sedute,
ci guardiamo.
Mediante guizzi
dell’iride
inviamo messaggi
l’una all’altra - subliminali.
Si alza
una colonna
di fumo,
e poi piango.
Non volevo,
credimi,
ma il tuo silenzio – così
rassicurante
invita
a svuotarmi.
Della rabbia
di me primogenita
schiava
di desueti paragoni.
Della tristezza
di chi sconcerta
una madre sognatrice
e un padre disilluso.
Dei progetti morti
e insostenibili
che non mi appartengono.
Sono un alter ego
piegata
al volere
di chi amo.
E la me – quella vera
si disperde
come il fumo
di sigaretta – la tua,
e si sgretola
come cenere.
Ti avvicini
e con le dita
segui il solco
delle mie occhiaie.
Poi sussurri
“E’ la tua vita
non temere”.
Le lacrime
si asciugano
da sole.
noi due sedute,
ci guardiamo.
Mediante guizzi
dell’iride
inviamo messaggi
l’una all’altra - subliminali.
Si alza
una colonna
di fumo,
e poi piango.
Non volevo,
credimi,
ma il tuo silenzio – così
rassicurante
invita
a svuotarmi.
Della rabbia
di me primogenita
schiava
di desueti paragoni.
Della tristezza
di chi sconcerta
una madre sognatrice
e un padre disilluso.
Dei progetti morti
e insostenibili
che non mi appartengono.
Sono un alter ego
piegata
al volere
di chi amo.
E la me – quella vera
si disperde
come il fumo
di sigaretta – la tua,
e si sgretola
come cenere.
Ti avvicini
e con le dita
segui il solco
delle mie occhiaie.
Poi sussurri
“E’ la tua vita
non temere”.
Le lacrime
si asciugano
da sole.
Poesia scritta il 27/07/2015 - 01:47
Letta n.1052 volte.
Voto: | su 8 votanti |
Commenti
Parole ammalianti colgono il lettore in questa tua poesia.Mi e' piaciuta.Molto brava.
Anton Reiken 27/07/2015 - 13:50
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