lo voglio raccontare
protagonista
una figura elementare.
Chiedo scusa
intanto mi presento
mi chiamo pix
l'ossessione di un tormento.
La figura
nella libera mattina
muove lenta
allo spazio il capo china.
Serena
nel volto la sua quiete
non traspare emozione
o tanta sete.
La spio
in silenzio per favore
non turbiamo la calma
sua interiore.
È schiva
da sola come sempre
alla fonte dove nasce
la sorgente.
Mi sento
un provetto cacciatore
che alla preda si avvicina
con rumore.
Vieni dove corri
non scappare
mi avvicino a questa fonte
per parlare.
Distende
i lineamenti la figura
allontana dal suo volto
la paura.
Dopo anni
che ci provo finalmente
ho incontrato i suoi occhi
con la mente.
Cosa vuole la tua ombra
che mi insegue
turbarndo il mio sonno
e la mia quiete.
Queste le parole
e la figura
si avvicina lentamente
da un'altura.
Lo spazio tra noi
ormai ridotto
all'interno un cimitero
mai sepolto.
Da qui lo stupore
o la conquista
di parlare col mio io
e la stessa vista.
L'ego furibondo
mi risponde
la tua ossesione vivo
tra le ombre.
Una condanna
vivere di sera
non veder il ciel
che si colora.
Trasformarmi
nella selva come fiera
bandito dentro un nome
che mai spera.
Intanto scrivo
penso e mi dimeno
questa l'ossessione
senza freno.
È la tua
riprenditela pure
nella notte ho il piacere
di dormire.
Di vivere alla luce
il caldo sole
cancellami di dosso
questo nome.
Guardo la figura
sorridendo
del mio ego non m'importa
non lo sento.
Mi osservo
dentro un cimitero
lui prepara nella notte
il suo destriero.
Si gira
"Oh Dannato maledetto"
queste sue parole
al mio cospetto.
Nella notte
vivrai il mio ricordo
adesso trema
che il giorno ha il fiato corto.
Poesia di Giuseppe Bonanno in arte Pix Promenade.
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