Quando, nell'ora del pentimento,
rifiutai l'assoluzione e rinnegai
i miei padri Serafini,
senza voltarmi al firmamento
discesi nei truculenti abissi
e a poco a poco mi assopii.
Ma un richiamo, per un attimo,
spense fuochi e odi,
risvegliò un cuore affranto:
era l'inno dei miei perduti
fratelli, il canto dei bianchi
Cherubini.
rifiutai l'assoluzione e rinnegai
i miei padri Serafini,
senza voltarmi al firmamento
discesi nei truculenti abissi
e a poco a poco mi assopii.
Ma un richiamo, per un attimo,
spense fuochi e odi,
risvegliò un cuore affranto:
era l'inno dei miei perduti
fratelli, il canto dei bianchi
Cherubini.
Poesia scritta il 04/01/2016 - 14:09
Da M A.
Letta n.1331 volte.
Voto: | su 2 votanti |
Commenti
Grazie Nadia del bel commento.
Suggerisco a te, come a chiunque capiti qui, di dare un'occhiata, o meglio un ascolto, alla composizione dalla quale ho tratto ispirazione: "Hymn of the Cherubim" del grande Tchaikovsky.
Suggerisco a te, come a chiunque capiti qui, di dare un'occhiata, o meglio un ascolto, alla composizione dalla quale ho tratto ispirazione: "Hymn of the Cherubim" del grande Tchaikovsky.
Marco A. 08/01/2016 - 08:22
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Mi è piaciuta, particolare. Ma consolati un filosofo amico mi ha detto che se Dio è infinitamente buono, non deve esiste l'inferno. Allora ci sarà Paradiso per tutti.
*5
Buona settimana
Nadia
*5
Buona settimana
Nadia
Nadia
Nadia Sonzini 05/01/2016 - 14:35
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