Vecchio ti vedo ogni giorno che da qui passo
sfruttare l’ombra del folto abete rosso
e del fresco e maestoso castagno.
Sin  dal  mattino  la  sedia stai  cavalcando
Spostandola a piacimento  di  tanto  in  tanto
dove  l’ombra  lo  richiede  evitando il caldo.
Guardi  ciò  che  intorno al tuo casolare avviene   
dei momenti  rimani  a fissare un punto
con  le  braccia  assorte alla  spalliera del tuo seggio.
A volte  appoggi  il  mento  all’avambraccio
con  l’occhio  fissi  un punto uno  sguardo  perso
forse  stai  ricordando  un attimo, un momento .  
  
I  tuoi ricordi  siano stati belli o brutti son rimasti,
quelli  belli  della  gioventù  che  fu  rimangon tutti,
quelli brutti fatti di guerre, fame, scarpe e vestiti rotti. 
Cambia   in  fretta l’espressione  della  faccia
le  tue  rughe  son  solchi  che la attraversan  tutta,
gli occhi colmi di lacrime che  più l’occhio non versa.
Da  giovane  il  lavoro  tribolato sotto  il  sole  estivo  
il  bollente sole  ti ha  segnato  il  volto a buccia di pino
la fatica fatta di vanga e zappa, al tuo fisico mi inchino.
Adesso sfuggi da  quel  sole cocente  che mal sopporti
sotto  l’ombra  del  castagno la tua sedia,  i tuoi ricordi
lo scorrer delle ore portan alla sera e tu neppur ti accorgi . 
 poeta dell’amiata g.c.r.
Poesia scritta il 08/01/2016 - 00:37Voto:  |  su 4 votanti  | 
	
POETA DELL'AMIATA LUPO DELL'AM  
 10/01/2016 - 01:48 
POETA DELL'AMIATA LUPO DELL'AM  
 09/01/2016 - 01:07 
  
margherita pisano  
 08/01/2016 - 15:06 
Gennarino Ammore  
 08/01/2016 - 10:00 
Fabio Garbellini  
 08/01/2016 - 07:04 
                        


