Vecchio ti vedo ogni giorno che da qui passo
sfruttare l’ombra del folto abete rosso
e del fresco e maestoso castagno.
Sin dal mattino la sedia stai cavalcando
Spostandola a piacimento di tanto in tanto
dove l’ombra lo richiede evitando il caldo.
Guardi ciò che intorno al tuo casolare avviene
dei momenti rimani a fissare un punto
con le braccia assorte alla spalliera del tuo seggio.
A volte appoggi il mento all’avambraccio
con l’occhio fissi un punto uno sguardo perso
forse stai ricordando un attimo, un momento .
I tuoi ricordi siano stati belli o brutti son rimasti,
quelli belli della gioventù che fu rimangon tutti,
quelli brutti fatti di guerre, fame, scarpe e vestiti rotti.
Cambia in fretta l’espressione della faccia
le tue rughe son solchi che la attraversan tutta,
gli occhi colmi di lacrime che più l’occhio non versa.
Da giovane il lavoro tribolato sotto il sole estivo
il bollente sole ti ha segnato il volto a buccia di pino
la fatica fatta di vanga e zappa, al tuo fisico mi inchino.
Adesso sfuggi da quel sole cocente che mal sopporti
sotto l’ombra del castagno la tua sedia, i tuoi ricordi
lo scorrer delle ore portan alla sera e tu neppur ti accorgi .
poeta dell’amiata g.c.r.
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