Inerte assente ti giaci.
Gli occhi tuoi chiusi com'ali...
Ti portan rapito negli antri
dei mondi d'Orfeo.
Gli occhi tuoi chiusi com'ali...
Ti portan rapito negli antri
dei mondi d'Orfeo.
Calzoni sempre più corti...
Di botto! Una sposa col velo
nuzial, gran di' di festa fu.
E poi? L'aratro nei campi...
La mula arrancante, il gran caldo
d'estate, freddo e' l'inverno.
E i tuoi giorni scorreron tra
stenti stridenti...
Infin il Panta rei ti tradi'...
Or giaci solingo all'ospizio
e rimembri, rimembri.
Poesia scritta il 17/01/2016 - 09:53
Letta n.1144 volte.
Voto: | su 5 votanti |
Commenti
Bella! Il corso della vita di tuo nonno, ma di molti altri sicuramente, fatto di gioventù, giovinezza e vecchiaia.
Sembri dire che ogni stagione ha le sue peculiarità, per ultima viene la vecchiaia fatta di ricordi
Ciao
Nadia
Sembri dire che ogni stagione ha le sue peculiarità, per ultima viene la vecchiaia fatta di ricordi
Ciao
Nadia
Nadia Sonzini 20/01/2016 - 16:59
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Cari amici Michele, Maria e Margherita.
Questa poesia la dedico a mio nonno Peppino, che; così ben descrissi nel mio primo romanzo : "I Lusiadi"
Egli era felice della vita e la sera nonostante fosse già stanco del duro lavoro svolto nei campi...come se niente fosse, ballava e cantava stornelli nell'aia della Lusia.
Questa poesia la dedico a mio nonno Peppino, che; così ben descrissi nel mio primo romanzo : "I Lusiadi"
Egli era felice della vita e la sera nonostante fosse già stanco del duro lavoro svolto nei campi...come se niente fosse, ballava e cantava stornelli nell'aia della Lusia.
Giovanni Santino Gurrieri 17/01/2016 - 13:26
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Cari amici Michele, Maria e Margherita.
Questa poesia la dedico a mio nonno Peppino, che; così ben descrissi nel mio primo romanzo : "I Lusiadi"
Egli era felice della vita e la sera nonostante fosse già stanco del duro lavoro svolto nei campi...come se niente fosse, ballava e cantava stornelli nell'aia della Lusia.
Questa poesia la dedico a mio nonno Peppino, che; così ben descrissi nel mio primo romanzo : "I Lusiadi"
Egli era felice della vita e la sera nonostante fosse già stanco del duro lavoro svolto nei campi...come se niente fosse, ballava e cantava stornelli nell'aia della Lusia.
Giovanni Santino Gurrieri 17/01/2016 - 13:26
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UNO STRAORDINARI DECANTO COMPOSTO CON ACUME. LIETA DOMENICA.
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Rocco Michele LETTINI 17/01/2016 - 12:41
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Ciao Giovanni buongiorno e buona domenica....tanta verità in queste tue parole....ma ti dirò da volontariata a volte frequento un centro anziani e non ti nascondo che è bello vedere come si fanno compagnia...non sempre in quei centri c'è la solitudine anzi..spesso li trovano anche una vita migliore...la tua poesia arriva al cuore..se posso a te un grande abbraccio...ciao caro.
Maria Cimino 17/01/2016 - 11:52
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Ciao Giovanni mi piace questa dedica...verità e tenerezza per chi è vecchio...a volte solo...Complimenti! Buona Domenica
margherita pisano 17/01/2016 - 11:42
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