quando i nostri occhi s'incontrano,
quando le nostre labbra si sfiorano.
I silenzi di marzo,
quando non è ancora primavera,
e le ombre si posano sui muri, delicatamente, e sui tuoi zigomi, e i volti sereni della sera.
Natura calda,ti denudi sotto le foglie. Di alberi,peschi e fronde, testimoni ancora una volta delle nostre voglie.
Ti accarezzavo, piano, spirito naturale, lasciva, goccia, trasudava la tua fronte fatta di dune e pentagramma, dove si posano le note per un dolce assolo di chitarra.
Insonni notti,fatte di tormenti,
di luna non troppo chiara,
che sopporti i miei lamenti.
Lamenti di primavera, dei ripidi silenzi, che cavalcano il pendio,
dei tuoi spazi immensi.
No,non andrò all'inferno, non ce ne sarà bisogno,
lo rivivo ogni notte, sei presente nel mio sogno.
Ma nemmeno il paradiso mi sarà concesso, di una donna il suo sorriso, amaro, basta a farti fesso.
Le eterne parole, "Ti Amo", rimangono scritte su mattoni immagginari, che figli e prole miei e tuoi non potranno, ahimè, mai testimoniare.
Ma marzo è ormai passato, e sono ancora malato, del tuo cuore che vorrei rapire, ma si sa che aprile è, pensando a te, soprattutto, dolce soffrire.

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La poesia è anche questo ...sofferenza nel cuore per un amore inconfessato.
Lo si percepisce bene ... ma speriamo che in aprile sbocci anche qualcosa di inaspettato ...un amore nuovo.



