O del mi' cor, tu, speme, et de salute,
giovial angel che gemina moïna,
che salvastilo de la gran ruïna
quand'orbo de benistà obliò virtute.
D'autunno ne li occhi tuoi vio, perdute,
le gioïe mie d'ingenuità genuina.
Di tra le labbia tue canta, bambina,
l'eco che un dì avrà 'n sé nostre compiute.
Nel nido mi raccolgo del tuo abbraccio,
come quei che dal candido cammino
rinasce in cor al focolare, e taccio.
E 'l bacio tuo è del mar onda al mattino,
ov'affonda d'amor mia vil loquela
e destasi Amor, in noi ancor bambino.
AGS, Febbraio - Marzo 2013
giovial angel che gemina moïna,
che salvastilo de la gran ruïna
quand'orbo de benistà obliò virtute.
D'autunno ne li occhi tuoi vio, perdute,
le gioïe mie d'ingenuità genuina.
Di tra le labbia tue canta, bambina,
l'eco che un dì avrà 'n sé nostre compiute.
Nel nido mi raccolgo del tuo abbraccio,
come quei che dal candido cammino
rinasce in cor al focolare, e taccio.
E 'l bacio tuo è del mar onda al mattino,
ov'affonda d'amor mia vil loquela
e destasi Amor, in noi ancor bambino.
AGS, Febbraio - Marzo 2013
Poesia scritta il 24/05/2016 - 10:06
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