con le dita
Abbasso la tensione padre mio!
degli occhi premendone alle palpebre le nocche complici.
degli occhi premendone alle palpebre le nocche complici.
Di te, rasserenato sono da quel tuo filin di voce,
che s’apre dentro me come ante spalancate d’una finestra.
Sentita la tua calma è calmo oltremodo il mio dolore.
Dell’uomo quale ora sono la commozione m’assale.
Mi sono riabbracciato agli affetti miei più cari
e non ho scordato e non mi spiace le attenzioni che mi dai.
Questo ora so e questo ti dico dal profondo del cuore
sapendo tutto questo non vale solo che per me;
non vale solo che per me.
di Francesco Currò
* diritti di copyright@tutelati
Poesia scritta il 24/11/2016 - 18:42
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Commenti
bellissima
laisa azzurra 25/11/2016 - 09:18
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