La destra lasciata in pegno alla morte.
Dipingeva rovine fumanti di case
e sopra aironi che cavalcavano il vento.
Camminava sugli argini nei giorni di pioggia,
lo conoscevano i tuoni e le punte dei pioppi.
L'acqua del fiume si accovacciava silenziosa nei gorghi
quando immobile guardava gli aironi arrampicarsi nell'aria.
Il suo sguardo saliva fino ai nidi delle nuvole gonfie
ritornando carico di tutti i colori del viaggio,
dipinti sul suo sorriso da marinaio senza ali,
da airone con solo una mano rimasta.
E lei era bella come una guerra vinta da poco
e lei era bella come un gioco di bambini nel prato
e lei era bella come un airone sospeso nel cielo
e lei era bella abbracciata alla loro casa crollata.
Si portò via la sua mano destra cadendo
e lui restò solo con l'ombra allungata a cipresso
a zoppicare lungo l'argine dell'orizzonte spezzato,
a pensare alla sua mano, un airone volato.
Poi i giorni furono cielo e colori rubati,
spremuti dalla mano sinistra fino all'ultimo graffio
e la bocca serrata come una ferita d'acciaio
si apriva solo per un'ala planante sotto il peso del sole.
Lungo le golene e gli argini,
in coro lo dicono ancora i tuoni, i pioppi
e ogni goccia che s'annega nell'acqua,
che se ne andò a cercare la fine del fiume
lasciando scolpito sulla sabbia un airone a cavallo del cento.
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