Ruggiva, violenta,
dentro di noi e nelle piazze
la voglia di spaccare!
Il desiderio di cambiare
un futuro sociale
privo di prospettive:
potente forza d’urto
che gli anni
e il percorso mio di vita
avrebbe affievolito…
se non spento del tutto.
Al tempo,
graziosamente rivoluzionaria
m’apparve la sua carismatica presenza,
assieme alla foga, rabbiosa,
usata nell’incitar compagni
a eriger barricate,
a respinger cariche d’agenti:
padri di famiglia in divisa antisommossa
obbligati dal dovere a bastonare chi,
per anni e pensiero,
era pari ai figli loro.
Si sciolse prima la neve,
e pochi mesi appresso
l’ambita laurea sciolse
il gruppo di compagni
che il mondo volea cambiare.
Il rivoluzionario ideale,
la voglia di lottare
per un diverso modello sociale,
evaporò, a vantaggio
di un tranquillo impiego da bancario.
«Ci sarà anche lei
a spingere e lottare,
a farsi bastonare,
o si sarà lasciata omologare
dall’andazzo generale?»
mi chiesi una sera
seduto sul divano
con il bicchiere in mano,
guardando sul telegiornale,
poco prima di cenare,
l’onda avanzare e di seguito arretrare.
Sette anni eran passati,
assieme a una moglie troppo dolce
per sostituir nel cuore
lo sguardo suo di brace
sopra le barricate.
Il divorzio, gli alimenti da versare,
m’assillava e mi dava da pensare,
ma quella sera il pensiero
volò alto, tornando là,
ai giorni delle barricate,
delle cariche e delle bastonate…
no, non ero un vigliacco,
se c’era da menar, menavo,
se c’era da scappar… scappavo…
ma sempre e comunque, dopo di lei.
Durante quelli esaltanti giorni,
avrei voluto dirle che l’amavo
e l’avrei difesa,
protetta e coccolata
da lì all’eternità…
troppa era la rabbia in circolo
per trovare il coraggio d’una tenerezza,
d’un bacio, d’una carezza…
l’attimo sfumò,
e il nostalgico ricordo
dell’incompiuto amor barricadiero
ancor tormenta il mio pensiero.
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Buona feste Giancarlo
buone feste