miraggio
Il viver travagliato
sereno si rinnova,
trasportato dal lieto canto,
salgo le irti vette
lasciando indietro
l'odio è le vendette;
e dove putrida
la piaga affonda
casta vi fiorirà
una rosa bionda,
che
come pegno
serberai nel petto.
sereno si rinnova,
trasportato dal lieto canto,
salgo le irti vette
lasciando indietro
l'odio è le vendette;
e dove putrida
la piaga affonda
casta vi fiorirà
una rosa bionda,
che
come pegno
serberai nel petto.
Placido tabernacolo d'affetto,
placa il terrore
che discende il cuore:
paura per la notte
che s'appressa,
muta, persecutrice,
con la ressa
di viscosi ricordi,
e la pupilla
attonita al miraggio
che là brilla,
alle soglie del sogno,
e quieta trema
l'ala del tempo:
portami da te..
E tal messaggio sia
tregua all'inarrestabil frenesia
degli incalzati sensi:
irrequieti levrieri
sulla pesta dei segreti
moti del cuore,
attratto ad inseguire
l'inafferrabile: così finire!
finire nella
culla dell'immenso,
la delirante corsa.
Apri lo scrigno
della virtù,
quando l'amor benigno
provoca palpiti
e lusinghe,
in forme bizzarre e folli;
o stella,dall'enorme
alto sacello,
tomba dei naviganti
sospiri della notte,
ai naviganti
speranza
e guida di lassù,suprema:
indivisibile
sarò con te..
Poesia scritta il 06/01/2018 - 00:37
Letta n.1015 volte.
Voto: | su 3 votanti |
Commenti
Grazie Laisa e Enio, complimenti per le vostre stupende opere, un abbraccio..
Dave Giacobs 09/01/2018 - 00:18
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letta 3 volte e la leggerò una quarta
tanto mi cattura grande Dave
tanto mi cattura grande Dave
enio2 orsuni 06/01/2018 - 15:09
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Dalla culla dell'immenso, i miei complimenti
laisa azzurra 06/01/2018 - 11:48
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