Perché piangi piccolo figliolo
d'un canto di miele e lacrime quassù
sulla sera? Ti sei forse smarrito?
Non dovrebbe la giovane tua voce
lagrimare, ora che godi del fresco
stampo del reo tempo, sì caduco;
d'un canto di miele e lacrime quassù
sulla sera? Ti sei forse smarrito?
Non dovrebbe la giovane tua voce
lagrimare, ora che godi del fresco
stampo del reo tempo, sì caduco;
eppur tu, dolce impavido, resisti
a desueta forza che i tuoi pari
già han sposato, affamati, appagati.
Sei tu un errante pastore, fanciullo?
Che fra la lana e bianca, e di grazia,
e di bontà, vaghi senza indugiare
per recuperare il disperso agnello?
Sì ti è importante, creatura, il suo
manto, come il filo della mirabil
donna che fece e disfece la tela
in nome d'Amore; è tale il tuo cuore,
fanciullo, pastore?
Bimbo, vorresti tu esser un angelo
per godere della divina lezione,
che non insegna, ma muta?
E geloso è pur l'Arcano creato
della lucentezza del tuo magnanimo
Animo, quando la vita contempli!
E nel segno d'una promessa canti:
"Una sola anima, per sempre, servirò."
Poesia scritta il 14/02/2018 - 23:54
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