ci passavano treni imprecisi
ed un bar solitario pieno di ombre rosse
discutevano insieme, quasi un po' nascoste.
E lì accanto di fronte a vecchie rotaie
era quasi estate nel duemilasei,
da quel vecchio cantiere s'innalzavan note,
era il rock che chiamava i figli suoi per nome.
C'era una volta un gruppetto inerme
giovani spensierati, tanto ingenui e folli,
senza il minimo orizzonte di sapienza
videro giusta la bella presenza.
Di produrre note non eran capaci
più che alto sembravan rumori di fondo,
ma col tempo, si sa, tutto poi migliora
e la vita, piano piano, si colora.
Primi amori son passati di qui,
in quel tempo che non tornerà.
Siamo noi, siam passati anche noi di qui...
... Where is my mind?
Il locale era pieno di arie brume,
e la gente era una addosso all'altra
e non nego che saliva la tensione,
caccia quello che hai dentro, grande istrione.
Salerno d'estate, sei bella sei bella,
io non so cos'è che ora parla con me,
son figlio del nulla e la mia vita è la strada
e la musica sai, verrà da sè!
La gabbia delle note di colpo svanirà,
nella tempesta un ricordo lascerà.
Vissuti, sofferti, gioiti,
un lustro passa sopra di noi,
tante canzoni, tante avventure:
fare la musica è la nostra vita.
E scorre dritta la Route 66
verso stazioni che non sai,
c'è qui un incrocio ora, tu lo sai,
andare dritto soltanto tu potrai.
Lasciamo indietro le cose più importanti,
di tanto in tanto a lor riguarderem,
ma indietro non si torna, non si torna,
è tutto fatto ormai... c'era una volta!
Voto: | su 2 votanti |
Nessun commento è presente