D’ arte vivo e d’arte mi tormento
come l’eterna statua greca
che incastonata nella pietra
chiede vita.
La sua bellezza è il mio fardello e
al mio sguardo si scioglie come miele
nel suo marmo.
E come uno scultore
prendo lo scalpello
ed elimino la pietra attorno al cuore.
La statua adesso piange.
Col mio tocco umano e decisivo
la sento molto più vicina,
e modello i nostri due destini
affini.
come l’eterna statua greca
che incastonata nella pietra
chiede vita.
La sua bellezza è il mio fardello e
al mio sguardo si scioglie come miele
nel suo marmo.
E come uno scultore
prendo lo scalpello
ed elimino la pietra attorno al cuore.
La statua adesso piange.
Col mio tocco umano e decisivo
la sento molto più vicina,
e modello i nostri due destini
affini.
Poesia scritta il 06/02/2019 - 08:37
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Voto: | su 1 votanti |
Commenti
Esatto Mirella. È l’incontro tra perfetto e imperfetto, tra infinito e finito. Una dialettica forte e sconcertante.
Alessandro Pellei 06/02/2019 - 13:32
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Bravissimo!
Mimmi Due 06/02/2019 - 13:13
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ALESSANDRO....La statua che chiede la vita e tu guardandola cosi perfetta e vera già in cuor tuo l'hai resa viva. Molto bella
mirella narducci 06/02/2019 - 13:12
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