La fatale morsa dell'inverno
stringeva nelle sue braccia
tutti gli uomini delle trincee.
Un soldato, sperduto fra i ghiacci,
non pativa il rigore del tempo;
in cuore il gelo della morte;
negli occhi brillava la luce
dell'odio se vedeva un soldato,
sia pure giovane e bello,
mortale nemico per gli inermi;
nella mente tetri pensieri;
nell'anima amari ricordi:
a destra il bosco si diradava;
un cimitero pieno di gonfie croci;
un villaggio di tristi edifici
appariva sulla neve, bianca;
un campanile si stagliava netto,
alto verso il cielo; le campane
rintoccavano dolcemente, mosse
da lunghe dita invisibili;
un pallido sole illuminava la via;
passi cadenzati sul ghiaccio;
pallottole nell'aria a cercare
i soldati e promettere morte;
una via, un poster, una casa,
una piazza; donne, vecchi, bambini,
la schiena rivolta ad un muro,
la faccia intrisa di terrore,
i mitra di vili soldati tedeschi,
forse giovani e forse belli.
Feuer!!
Un attimo... Poi silenzio...
Ai morti innocenti sulla piazza
si mischiavano i corpi assassini
falciati dal suo mitragliere.
Quante lacrime spese per nulla!
Quanti lamenti, sofferenze!
Tutto ricorda quel soldato
mutilato... a riposo.
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