per una strada impervia
che nasconde insidie,
tra i piccoli arbusti di ginepro
cullati dal vento d'autunno.
E tu mi chiederai :la memoria
delle cose che raccontano?
La voce astratta del fruscio
di fronde? La nostra vita?
Durante l'attesa di un'alba
che stentava a sopraggiungere
a dipingere quel cielo antico,
di colori pastello e porpora profonda.
Le nostre mani strette come
radici,
in un considerare che ci unisce
oltre il tempo e la memoria.
E tu mi chiederai:e i campi di lavanda?
Quelli che Monet dipingeva
divisi da zolle di terra?
Del nostro destino?
della fine dei sogni?
Quella casa abbandonata in riva al mare,
noi seduti sulla piccola panca,
quelle reti lacerate nell'abbandono,
il nostro chiederci cosa fare ora
che l'abisso ci divide?
E tu mi chiederai:il nostro amore,
cosa sarà del nostro amore?
Di te, di me,
che ne sarà dinoi?
Quel tuo volto intenso, luminoso
ridisegnato da un parto di rinascita,
le guance rosse, quelle labbra colorate
da diafane essenze di nulla,
in quella dimensione lontana
dove tu sarai, io non sarò più.
E tu mi chiederai, Janez non dimenticarmi!
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la vita interiore dell'uomo
è di una bellezza senza eguali
nel nostro desiderio di "mortali", l'immortalità dell'anima così come la rinascita, è ciò che aiuta il cuore.
come puoi dimenticare l'amore?
come potrebbe lei chiederti ciò che sarebbe diversamente impossibile...
ed ora, rileggo per riemozionarmi ancora
è di una bellezza senza eguali
nel nostro desiderio di "mortali", l'immortalità dell'anima così come la rinascita, è ciò che aiuta il cuore.
come puoi dimenticare l'amore?
come potrebbe lei chiederti ciò che sarebbe diversamente impossibile...
ed ora, rileggo per riemozionarmi ancora
Ciao Alpan