Coronavirus e Milano
dove prima non si conosceva il vicino di casa
invece ora nessuno vuole conoscere il vicino di casa per paura del contagio.
Vivo in una città morta dove ci si parla solo per telefono e nessuno si stringe più in un abbraccio.
Vivo in una città morta che per paura di morire assalta i negozi alimentari e le farmacie.
Vivo in una città morta dove prima si attendeva con ansia di vedere il cielo azzurro
ora non t'importa più niente né del cielo
e neppure di quello che accade là fuori.
Anzi preferisci non sapere cosa c'è fuori.
Quasi tutti depressi
quasi tutti nascosti
in attesa che tutto finisca come è iniziato.
Vivo in una città morta dove la mascherina è diventata glamour
e si crede con essa di ingannare quel minuscolo virus.
Un virus che con la sua crudeltà invisibile
ha cercato di cancellare le parole speranza e unità.
Il coronavirus si fa beffe di noi
e continua la sua strada.
Ignora il danno che ha fatto
perché lui è così piccolo e senza intelletto.
Ha solo un progetto
distruggere annientare
e soffocare con la sua corona regale.
Vivo in una città morta
ma pulita
perché dalla mattina alla sera ci si lava le mani!
Chi va là?
Alcool e amuchina.
Prego c'è ancora posto per voi!
Eh sì, vivo in una città morta che sembra un grande ospedale
con l'odore di disinfettante sparso qua e là.
Riusciremo a rialzarci?
Forse oggi
forse domani
chiedendoci:
ma davvero è successo tutto
questo ieri?
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Vorrei solo evidenziare che il virus non ha un progetto se non quello di riprodursi, come tutti i viventi, pur non essendo un vero e proprio essere vivente.I virus sono comparsi o si sono formati sulla terra prima della formazione della prima cellula vivente.Il problema è che l’essere umano crede di avere tutta la natura sotto controllo,ma non è così,Su questo potremmo anche riflettere in questi giorni.Mi scuso per la prolissità de mio commento.Spero che usciamo al più presto da questa emergenza.Un caro saluto!