Sono giorni vuoti
in cui lo stomaco
è un imbuto dispnoico
alimentato
da un vivere costretto.
E niente più.
in cui lo stomaco
è un imbuto dispnoico
alimentato
da un vivere costretto.
E niente più.
Ogni respiro
cela
intrisa
la paura
dell'ultimo ballo.
Quelle scarpe hanno i lacci logori.
La paura
è un corvo nero
oppure Dio
la luce
una lusinga di Satana.
Datemi una torcia accesa.
Gli occhi
propaggini nichilistiche
di carne sodomita
sono carichi pendenti
di fedi abrase.
La verga ha l'arroganza di un tulipano.
Come fuori dallo stadio
gli ultras
si assiepano i respiri
mille voci pronte all'urlo
in attesa di liberazione.
Fino alla fine.
Così sia.
E cori alla Madonna.
Poesia scritta il 07/04/2020 - 17:22
Da Enrico Danna
Letta n.797 volte.
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Commenti
Poesia a tinte forti, ma che porta a profonde riflessioni!
Anna Maria Foglia 07/04/2020 - 20:04
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