e sono anch'esse il frutto della vita
col quale riesce a vincer le derive
senza che la sua via venga smarrita.
La prima è cosa soprannaturale,
in quanto essa s'avvale della fede,
ma la seconda, essendo materiale,
dell'intelletto umano essa è la sede.
Doti che sono in contrapposizione
ed hanno entrambe una grande importanza,
ché ognuna d'esistenza è nozione
e mira a gradi d'alta rilevanza.
L'anima è ciò che abbiam di spirituale
e pare che non sia di questo mondo;
dimostra che l'umano poco vale
e sprezza tutto quello che è immondo.
È il mezzo che ci porta ad asserire
d'un Essere Supremo l'esistenza
e ci permette inoltre di capire
che sol Lui è la nostra provenienza.
La strada che percorre è lastricata
di privazioni e pur di sofferenza
per raggiunger la meta tanto amata:
quella che dell'Eterno è la presenza.
Chi vive dello Spirito Divino
s'invola pur con l'alma fino al cielo
e sente maggiormente a sé vicino
Iddio e quanto ha letto nel Vangelo.
La mente, invece, è cosa più terrena,
ché ritien l'uomo l'unico padrone
del mondo e l'esser che, con la sua lena,
risolve tutto usando la ragione.
Ed è pur essa cosa necessaria,
ché fa diventar l'essere famoso
e colmo di virtù straordinaria
rendendolo talora vittorioso.
Non c'è mente che può creder in Dio
né in ciò che non è frutto di sapienza,
poiché al massimo crede, a parer mio,
soltanto ad un miracol della scienza.
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